Multe: basta pagare doppio per evitare la decurtazione dei punti?

Decurtazione punti patente: la Consulta legittima il meccanismo previsto dall'art. 126-bis del Codice della Strada. Così pagare due multe può salvare la licenza di guida.
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8 anni fa
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Basta pagare doppio le multe per scongiurare la decurtazione dei punti sulla patente? Verità o bufala? Facciamo chiarezza su questo aspetto e vediamo cosa dice la legge in merito.

Secondo la Consulta è legale il meccanismo previsto dall’art. 126-bis del Codice della Strada, il quale sostiene che con due multe da 286 euro è possibile salvare i punti sulla patente.

Identificazione conducente e decurtazione punti: cosa dice il Codice della Strada

Secondo l’articolo preso in esame, in caso di mancata identificazione del guidatore responsabile della trasgressione, il proprietario del veicolo deve procurare alla polizia, entro 60 giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, la patente e tutti i dati del guidatore.

Se data comunicazione non viene emessa, senza nessun motivo giustificato, il proprietario dovrà pagare una multa da 286 euro fino a 1133 euro. In sintesi, pagando una multa, si va a comprare l’anonimato per il guidatore non identificato, che non subirebbe la riduzione dei punti o la sospensione della patente.

A tal proposito si è anche espressa la Corte Costituzionale con l’ordinanza n. 12/2017, la quale sostiene che l’art. 126-bis, comma 2, codice della strada trasgredirebbe gli art. 3 e 53 Cost, in quanto il criterio della quantificazione della sanzione in oggetto, avvantaggerebbe chi possiede un ingente patrimonio creando una disparità di trattamento. Il Giudice di Pace era, infatti, intervenuto sostenendo che la multa in questione sarebbe decisa “senza alcun riferimento alla gravità della violazione principale da cui trae origine”.

In particolare nei casi di violazione dei limiti di velocità da parte di auto di grossa cilindrata, si presume che i guidatori appartengano ad un fascia economica medio-alta e dunque preferiscano pagare una multa salata, piuttosto che vedersi decurtati i punti della patente e comunicare i propri dati. Da qui, il bisogno, secondo il magistrato, di ordinare per gradi la sanzione in base alla gravità dell’infrazione commessa, anche se in base alla Corte Costituzionale “la censura riferita all’art.

53 Cost. è priva di un’adeguata motivazione” e dunque inammissibile. In sostanza, a causa dell’inaccettabilità del tema, il meccanismo prescritto dall’art. 126-bis del Codice della Strada rimane, valido ed efficace.

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