In quest’estate 2017 da record, spuntano multe contro il caldo e l’emergenza siccità. E’ questa la ratio delle sanzioni contro chi lava l’auto o innaffia il giardino adottate da alcuni Comuni italiani. L’esempio di Potenza è in questo senso emblematico. Qui, infatti, il sindaco Dario De Luca ha adottato un’ordinanza che dispone «misure straordinarie ed urgenti, finalizzate a preservare la maggiore quantità di risorsa idrica disponibile per garantire i fabbisogni primari». Il divieto, correlato appunto ad esigenze meteo dell’estate 2017, sarà in vigore fino al 30 settembre: con la fine del caldo verrà infatti meno anche l’emergenza siccità e quindi multare chi lava l’auto, innaffia il giardino o utilizza l’acqua derivata dal pubblico acquedotto in altri modi diversi da quelli strettamente igienico o alimentari, non avrebbe più senso.
Abbiamo dunque spiegato perché regole anti-spreco idrico simili siano state previste nell’estate 2017 (Potenza peraltro non è un caso isolato a ben vedere). Secondo il sindaco l’intervento, dopo l’allarme siccità lanciato anche dalla società che gestisce la fornitura di acqua a Potenza, è stato necessario per evitare che i rubinetti delle case restassero a secco. Ma il fatto che esista una spiegazione non è bastato ad evitare le polemiche su quelle che appaiono multe troppo severe: i trasgressori rischiano di dover pagare fino a 500 euro (si parte da un minimo di 25 euro). Il divieto va a colpire tutti i cittadini che non dispongono di pozzi o reti di irrigazione: alcuni di questi hanno anche orti botanici urbani che non potranno irrigare fino a fine settembre.
Ordinanze simili sono state firmate anche dal sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, e dal sindaco di Prato, Matteo Biffoni, (ma qui la validità è prevista fino al 31 agosto 2017). Misure equivalenti sono state adottate anche dal primo cittadino di Capaccio Paestum, Franco Palumbo. Altrove si tentano strade diverse: nei Comuni di Altissimo e Nogarole vicentino, ad esempio, viene sospesa l’erogazione di acqua nelle ore notturne.
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