La BCE darà oggi il suo via libera al progetto di lancio dell’euro digitale. Una rivoluzione attesa da tempo a Francoforte e che si rende necessaria per tenersi al passo con i tempi. Il boom delle “criptovalute” ha indotto tutte le principali banche centrali ad accelerare i tempi per la nascita delle rispettive monete virtuali.
Di cosa si tratta? Sarà possibile possedere un portafoglio composto dall’euro digitale, che sarà del tutto simile a un portafoglio di euro in banconote e monete.
Perché i cittadini dovrebbero voler aprire un conto alla BCE al posto della banca? Per il semplice fatto che i risparmi depositati presso la banca centrale sarebbero iper-sicuri. Per definizione, questa non può mai fallire. Allo stesso tempo, l’istituto consentirà alle banche e alle società fintech regolamentate di offrire portafogli di euro digitale a suo nome. Dunque, queste agirebbero in qualità di intermediarie tra BCE e risparmiatori.
Euro digitale: i rischi
Per cifre modiche (qualche centinaio di euro?), i cittadini avranno la possibilità di spendere parte del portafoglio virtuale alla BCE in forma anonima. Ma la necessità di contrastare fenomeni come l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro terranno verosimilmente molto bassa la soglia massima entro cui l’anonimato sarebbe garantito.
Tutto questo non avverrà nell’immediato. La BCE si è data due anni di tempo per allestire l’euro digitale e successivamente all’approvazione da parte del board serviranno altri tre anni per la sperimentazione. I tempi saranno probabilmente accorciati, se è vero che già la Banca Popolare Cinese ha avviato la sperimentazione del suo yuan digitale.
Esistono rischi connessi all’euro digitale? Il timore di alcuni è che la BCE soppianti gradualmente gli euro di carta e metallo. Francoforte ha smentito categoricamente che ciò potrà mai avvenire. Va detto che la Bundesbank, azionista principale dell’istituto, ha da sempre difeso l’uso del contante, considerandolo un “diritto umano”. Resta il fatto che i pagamenti con l’euro digitale sarebbero completamente tracciabili, magari attraverso l’uso della “blockchain”, l’infrastruttura su cui si basa il Bitcoin. Un bene per contrastare criminalità ed evasione fiscale, un male per la tutela della privacy. Infine, l’euro digitale renderebbe più semplice per la BCE varare politiche monetarie ultra-espansive, arrivando a imporre tassi negativi sulla generalità del risparmio.