Si cambia: Opzione donna sarà confermata anche nel 2024, ormai sono pochi dubbi al riguardo. Ma è come sarà rinnovata a lasciare più di qualche dubbio. Anche se ormai anche da questo punto di vista appare chiaro che l’intenzione del governo sia quella di tornare indietro. Anche se non del tutto. Ed eliminare almeno il vincolo dei figli dalla misura. Probabilmente però resteranno tutte le altre limitazioni che hanno accompagnato il rinnovo 2023 della misura. E questo taglia fuori parecchie lavoratrici, come dimostra una nostra lettrice che si lamenta della piega che sta prendendo Opzione donna per il 2024.
“Buonasera, mi chiamo Daniela e sono una lavoratrice che vorrebbe andare in pensione l’anno venturo con Opzione donna perché completo 58 anni di età e 35 di contributi proprio il prossimo dicembre. In pratica faccio compleanno e completo i contributi più o meno lo stesso giorno. Dal momento che la misura si può prendere solo se i requisiti vengono completati entro dicembre dell’anno precedente mi chiedevo se con la nuova proroga del 2024 potevo rientrare. Ma le ultime informazioni che ho dicono di no, perché dovrei appartenere a quattro categorie particolari e io non rientro in nessuna di tutte queste.”
Nasce la nuova Opzione donna, si parte a 58 anni con meno vincoli
Su Opzione donna e sulla proroga al 2024 della misura si fa sempre un gran parlare. Soprattutto perché ogni settimana emergono indiscrezioni che vanno nella direzione opposta di quelle della settimana precedente. L’unica certezza è che Opzione donna nel 2024 dovrebbe essere ai nastri di partenza del sistema previdenziale. Perché difficilmente il governo la lascerà morire il 31 dicembre 2023, come previsto oggi. Si parlava per esempio di rendere la misura più simile all’Ape sociale. Magari incrementando l’età pensionabile oltre i 60 anni e garantendo l’uscita a tutte le lavoratrici e non solo a qualcuna.
Cosa si potrà fare di Opzione donna nel 2024
Va detto però che difficilmente si potrà tornare indietro al 2022. A quando la misura consentiva il pensionamento a 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni di età per le lavoratrici autonome. E sempre con 35 anni di contributi versati. Ma anche lasciare la misura così come oggi non è una soluzione praticabile. Anche perché la proroga 2023 ha fatto discutere tanto per via delle evidenti limitazioni di platea imposte.
Infatti oggi Opzione donna è fruibile dalle lavoratrici che raggiungono 60 anni di età e 35 anni di contributi entro l’anno precedente quello della domanda. Ma solo se sono invalide o caregiver. A 59 anni di età possono uscire solo le caregiver o le invalide che hanno avuto un figlio. Mentre a 58 anni di età possono uscire le stesse lavoratrici, ma che hanno avuto due o più figli. Poi a 58 anni possono uscire anche le disoccupate o le lavoratrici che sono assunte in aziende in crisi.
Stop al collegamento della pensione anticipata con i figli avuti
Sembra praticamente certo che il Governo finirà con il togliere da Opzione donna il vincolo legato ai figli e quindi a rendere le uscite aperte a 58 anni a prescindere dai figli avuti. Ciò che traspare adesso, però, è che la proroga non dovrebbe discostarsi da quella odierna rispetto al vincolo che limita Opzione donna alle quattro categorie di lavoratrici prima citate. Parliamo naturalmente di invalide, caregiver, dipendenti di aziende con tavoli di crisi aperti e disoccupate. Questi limiti dunque finiscono con il ridurre drasticamente la platea delle potenziali beneficiarie.