Ci sono momenti in cui la Naspi, cioè l’indennità per disoccupati involontari pagata dall’INPS a chi perde il lavoro, ha un’importanza maggiore. Per esempio, alla fine della stagione estiva nel settore turistico le domande di Naspi all’INPS aumentano a dismisura. Tra settembre e ottobre quindi molti lavoratori nel settore turistico alberghiero corrono a presentare la domanda di disoccupazione all’INPS. Il mese di luglio invece è quello dove la corsa alla domanda di disoccupazione è quella che adottano i lavoratori precari della scuola.
“Buonasera, sono una lavoratrice della scuola. Ho fatto 4 mesi di supplenza nel 2023 e dovrei avere diritto adesso alla Naspi. Il mio contratto è scaduto il 30 giugno, ma adesso non sono in Italia e torno a casa a fine luglio. Non ho ancora presentato domanda e conto di farlo al mio solito CAF a fine luglio, quando rientro. Mio marito però mi dice che rischio di perdere mesi di disoccupazione se non faccio subito domanda. Io invece so che ho tempo 68 giorni.”
Naspi, spetta a chi perde involontariamente il proprio lavoro
La Naspi è quell’indennità che l’INPS eroga a chi perde involontariamente il lavoro. In pratica, niente Naspi per chi spontaneamente lascia il proprio posto di lavoro con le dimissioni volontarie. Nello specifico quindi, la perdita del lavoro per essere considerata involontaria e utile alla Naspi, deve essere:
- per licenziamento;
- scadenza del contratto;
- dimissioni per giusta causa (circolare INPS n° 163 del 20 ottobre 2003);
- dimissioni durante il periodo tutelato dalla maternità obbligatoria;
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro;
- conciliazione in base ai dettami del Dlgs n° 22 articolo 6;
- licenziamento disciplinare.
Decorrenza della indennità per disoccupati dell’INPS
Per rispondere al quesito della lettrice, nulla di meglio che capire come funziona la Naspi dal punto di vista della durata e della decorrenza.
Diamo per scontato quindi che i precari della scuola così come i lavoratori stagionali del settore alberghiero e turistico, ogni anno sfruttando la Naspi. E di conseguenza la durata della Naspi 2023 si riduce alla metà delle settimane di lavoro svolte nello stesso anno. Se i periodi di lavoro degli anni precedenti non sono stati sfruttati come Naspi in passato, si sommano ai periodi del 2023. La domanda di Naspi deve essere presentata tassativamente entro i 68 giorni dalla data della perdita del posto di lavoro. Ritardare oltre fa perdere il diritto all’indennità. La decorrenza però varia in base alla data di presentazione della domanda.
NASPI 2023: perché meglio fare presto a presentare domanda. La regola degli 8 giorni evita le perdite
L’indennità di disoccupazione INPS, come lo stesso istituto cita nella scheda sulla misura presente nel portale istituzionale, decorre dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, ma solo in una circostanza. Infatti è necessario che il lavoratore poi disoccupato, presenti la domanda proprio entro i primi 8 giorni dalla data del licenziamento o della perdita del posto di lavoro. Invece la Naspi decorre dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda, nel caso in cui la stessa viene inoltrata all’INPS dopo l’ottavo giorno prima citato. Solo per il licenziamento per giusta causa, la decorrenza scatta dal trentottesimo giorno successivo alla perdita del posto di lavoro se la domanda è presentata entro 38 giorni dalla perdita dell’occupazione.
La corsa contro il tempo per sfruttare tutto il periodo di disoccupazione indennizzata spettante
Presentare la domanda di Naspi in tempi celeri è fondamentale, soprattutto per chi conta di tornare a lavorare presto. E se nel settore turistico e alberghiero, forse i tempi sono più lunghi, nella scuola le cose cambiano. In genere un lavoratore del settore turistico lavora da aprile o maggio a settembre o ottobre. In media 5 o 6 mesi che danno diritto alla Naspi per circa 3 mesi. Il lavoratore del settore turistico in genere torna al lavoro in inverno, con la stagione invernale negli stabilimenti. Sfruttando due dei tre mesi di Naspi da settembre o da ottobre a dicembre, il mese in meno di fruizione della disoccupazione verrebbe scontato al termine della stagione invernale. Quando il lavoratore torna in disoccupazione cumulando i periodi di lavoro invernali a quelli estivi non sfruttati per la Naspi.
In genere nel settore turistico e alberghiero la Naspi si riesce a sfruttarla ogni anno interamente. Non è così nella scuola. Perché per esempio, se la nostra lettrice viene convocata a settembre per nuove supplenze, presentando domanda a luglio, prenderebbe la Naspi solo per un mese. Quando invece avrebbe diritto a 2 mesi. Certo, si recupera tutto con l’eventuale Naspi dell’anno successivo, ma parliamo di eventualità. Perché magari se la lavoratrice della scuola poi diventa effettiva, la Naspi perduta diventa irrecuperabile.
La domanda di Naspi anche a distanza, e non servono patronati o CAF
La domanda deve essere presentata all’INPS esclusivamente in via telematica avvalendosi di patronati e professionisti abilitati. Ma c’è anche la via del fai da te, con accesso autonomo al sito dell’INPS con SPID, CIE o CNS. Ed è la soluzione che consigliamo alla nostra lettrice che essendo fuori dall’Italia, non può andare dai suoi consulenti di fiducia.