Naspi 2025 arriva il taglio per i disoccupati e furbetti

Naspi 2025: arriva il taglio per i disoccupati e continuano le politiche anti furbetti della disoccupazione INPS. E per chi dà le dimissioni?
1 mese fa
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Naspi, ecco come funziona adesso l'indennità per disoccupati dell'INPS e perché le cose sono nettamente cambiate rispetto a prima.
Foto © Investireoggi

L’indennità di disoccupazione INPS è una prestazione con cui hanno a che fare sovente molti lavoratori. Nel momento in cui perdono il lavoro, o danno dimissioni per giusta causa, la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), ovvero l’indennità di disoccupazione INPS, è il sostegno che molti di questi lavoratori percepiscono. Ci sono fasi temporali in Italia che più di altre interessano questa particolare prestazione.

Per esempio, a fine giugno interessa molto i precari della Scuola, i supplenti che, al termine del loro contratto di lavoro a termine, non hanno altra scelta che chiedere la disoccupazione. A fine settembre, invece, diventa interessante per gli stagionali degli stabilimenti balneari, degli hotel e di tutte le strutture ricettive. Dal governo, adesso, nella Legge di Bilancio, potrebbe arrivare una novità: si parla di Naspi anche per chi dà le dimissioni. Ma non è una novità positiva. Anzi, per la Naspi 2025 arriva il taglio per i disoccupati e i furbetti.

Naspi 2025 arriva il taglio per i disoccupati e furbetti

Come può l’estensione della Naspi a chi dà le dimissioni essere una notizia negativa? Tutto sta nel fatto che spesso le notizie vengono accompagnate da titoli roboanti che fanno capire una cosa per un’altra.

Ne è un tipico esempio un nostro lettore:

“Mi chiamo Pietro e sono un lavoratore di un centro commerciale. Da diverso tempo ho seri problemi con i miei superiori e sono arrivato al punto di non farcela più a proseguire l’attività.

Voglio interrompere il mio rapporto di lavoro. Il mio datore di lavoro però non mi vuole licenziare e quindi mi ha detto di dare le dimissioni.

Da quanto ne so, con le dimissioni non ho diritto alla Naspi. Però adesso sto leggendo che dal 2025 questa cosa potrebbe non essere più vera. Che dite voi, è davvero così, cioè che hanno deciso di dare la disoccupazione anche a chi si dimette?”

Naspi, si cambia ancora, ecco perché

Come tutti sanno, la Naspi è l’indennità per disoccupati INPS che viene erogata solo a chi perde il lavoro in maniera involontaria. Di conseguenza, la Naspi può essere percepita da chi subisce un licenziamento individuale, collettivo, anche disciplinare, o da chi esce da un contratto a termine o da una risoluzione consensuale di un rapporto di lavoro.

In base a quanto detto, è evidente che con le dimissioni volontarie, a meno che non siano per giusta causa, la Naspi non può essere percepita. Come dicevamo, però, adesso sta girando la voce che in un emendamento alla Legge di Bilancio il governo pare abbia deciso di estendere la Naspi anche a chi dà le dimissioni volontarie. In effetti, un emendamento di questo genere esiste, solo che non produce effetti positivi. Anzi, ne produce di negativi, perché introduce un limite a quelle pratiche spesso messe in atto da lavoratori furbetti o da lavoratori e datori di lavoro che si accordano per ovviare a dei limiti di legge che penalizzerebbero entrambi.

Naspi e dimissioni, ecco cosa cambia adesso

Quando un datore di lavoro licenzia un dipendente, deve versare un ticket licenziamento, una sorta di contributo destinato a finanziare in parte proprio la Naspi del dipendente, tanto più elevato quanto più anziano di assunzione è il dipendente.

Questo spesso spinge il datore di lavoro a chiedere al proprio dipendente di dare le dimissioni. Ma in questo caso, con la Naspi, come si fa? Ed è qui che parte lo stratagemma: il dipendente dimissionario, per tornare a poter prendere la Naspi, si faceva assumere per pochi giorni con un nuovo datore di lavoro. E, a seguito di licenziamento o di scadenza contratto, tornava a poter beneficiare della Naspi, compresi i periodi di lavoro precedenti il cui rapporto si era interrotto per dimissioni indotte.

Pratiche queste che adesso vengono frenate. Infatti, nell’emendamento di cui parlavamo prima, esce fuori lo stop a queste pratiche. Non si potrà prendere la Naspi se il nuovo rapporto di lavoro, usato spesso per ripulire il diritto alla Naspi da una precedente dimissione, non dura abbastanza.

La Legge di Bilancio ha visto posticipare il suo arrivo in aula per la votazione definitiva. Al suo interno c’è un emendamento che, dal 1° gennaio 2025, prevede che i lavoratori che hanno dato le dimissioni volontarie da un rapporto di lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti potranno avere diritto alla Naspi. Ma solo se, in caso di nuova assunzione e successivo licenziamento dal nuovo lavoro, vantano almeno 13 settimane di contribuzione sempre dal nuovo impiego.

Se, come spesso accade, la nuova assunzione di comodo dura di meno, la Naspi non potrà comunque essere percepita. Perché sarà rilevante in misura maggiore il fatto di essersi dimessi dal precedente lavoro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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