Quando parliamo di Naspi, ci riferiamo a quell’ammortizzatore sociale destinato a tutti i lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio posto di lavoro. La sua durata è proporzionale al periodo di lavoro effettivamente svolto negli ultimi quattro anni. Anche nel 2025, la Naspi rimane un’indennità riconosciuta dall’INPS a chi perde il posto di lavoro in modo involontario: è una prestazione mensile corrisposta dall’Istituto di mese in mese per tutta la sua durata.
In un unico caso, però, il disoccupato può richiedere di riceverla in una sola soluzione: si tratta della anticipazione della Naspi, una facoltà che possono esercitare alcuni disoccupati, come vedremo di seguito.
Naspi 2025 in unica soluzione, perché si può e novità dalla Consulta
Per accedere alla Naspi, il requisito fondamentale è la perdita involontaria del rapporto di lavoro. Pertanto, un lavoratore può riceverla se viene licenziato, a prescindere dalla motivazione, inclusi i licenziamenti collettivi, concordati o disciplinari. Inoltre, la Naspi può essere percepita in caso di scadenza del contratto a termine e, in determinate situazioni, anche in caso di dimissioni per giusta causa.
Naspi, ecco come funziona in estrema sintesi
La Naspi dura esattamente la metà delle settimane lavorate nei quattro anni precedenti la data in cui si è perso l’ultimo impiego. Sono valide tutte le settimane di lavoro, anche presso aziende diverse, purché non siano state già utilizzate per altre indennità di disoccupazione. L’importo della Naspi è calcolato sulla retribuzione media ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni.
Nello specifico, ammonta al 75% di tale retribuzione, entro il limite massimo fissato annualmente dall’INPS. Decorso il periodo iniziale di sei mesi (o otto, per chi ha un’età più avanzata), l’importo diminuisce progressivamente di 3% al mese.
Naspi 2025 anticipata, ecco quando si può prendere tutta in una volta l’indennità
Ricapitolando, la Naspi offre una copertura reddituale ai lavoratori dipendenti che perdono il posto di lavoro involontariamente. Tuttavia, esiste un solo caso in cui la Naspi può essere corrisposta per intero e in un’unica soluzione: quando il disoccupato intende avviare un’attività autonoma o un lavoro imprenditoriale.
Questa anticipazione della Naspi ha lo scopo di sostenere chi, dopo aver perso un lavoro da dipendente, vuole diventare imprenditore, promuovendo l’autoimprenditorialità. La Naspi in soluzione unica può essere richiesta per l’avvio di un’attività autonoma. Ma anche nel caso in cui si sottoscriva una quota di capitale sociale in una cooperativa, purché come socio lavoratore.
La novità della Corte Costituzionale, ecco come funziona adesso la restituzione dell’indennità
L’importo corrisposto in un’unica soluzione equivale a quello che il beneficiario percepirebbe mese per mese, al netto di eventuali mensilità già erogate. Attenzione però: se, dopo aver ottenuto l’anticipazione, il disoccupato trova un nuovo lavoro subordinato o interrompe l’attività imprenditoriale, è tenuto a restituire l’intera indennità.
Fino a qualche tempo fa, non erano previste eccezioni a questa “sanzione”. Anche nei casi in cui la chiusura dell’attività non dipendesse dalla volontà del beneficiario.
Oggi, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale (n. 90/2024), si è stabilito che non si deve restituire nulla all’INPS se l’interruzione dell’attività da cui è nata l’anticipazione della Naspi è dovuta a cause di forza maggiore e non alla volontà del beneficiario.