Perdere il lavoro ad una certa età sicuramente non è una cosa facile da digerire perché trovarne uno nuovo è complicato. Però c’è anche chi, dopo aver perso il lavoro in tarda età, riesce ad andare in pensione e quindi a tamponare la perdita reddituale dovuta alla mancanza di stipendio. In alcuni casi invece la pensione non viene raggiunta, e quindi gli interessati vanno verso strumenti alternativi come può essere la NASPI. Ma l’indennità per disoccupati INPS può servire anche per un altro motivo, perché si collega alla pensione a doppio filo.
“Buongiorno, sono un disoccupato che sta finendo di prendere la NASPI. Ho quasi 64 anni di età e volevo capire se al termine della NASPI potevo andare in pensione con qualche misura. Per esempio l’APE sociale mi sembra abbia nei disoccupati una delle categorie di riferimento. Ma anche la pensione dei precoci mi sembra faccia lo stesso. Volevo capire che contributi dovrei avere per l’una o per l’altra misura e che altri requisiti servono, in modo tale da prepararmi per settembre, quando prenderò l’ultima NASPI spettante.”
NASPI e pensioni, ecco come sfruttare la disoccupazione per anticipare l’uscita o per farsi accompagnare
Prima di tutto meglio chiarire chi può prendere l’indennità e quindi volendo anche andare in pensione grazie alla NASPI. Si parte dal presupposto che per percepire una indennità per disoccupati dall’INPS bisogna aver perso il lavoro involontariamente. Questo vale per la NASPI, ma era lo stesso anche per l’ASPI, la MINI ASPI, la Requisiti Ridotti e l’Ordinaria. E vale pure per strumenti come la DS Agricola e la DIS.
La contribuzione figurativa da NASPI è valida ed a volte rende l’anticipo inutile
Bisogna terminare di percepire l’intera NASPI spettante e poi presentare domanda di pensione sia con l’APE sociale che con la Quota 41. Anzi, tra le due misure qualcosa cambia. Perché per l’APE sociale è sufficiente terminare la fruizione dell’indennità, mentre per la Quota 41 è necessario attendere 3 mesi dall’ultima mensilità di NASPI spettante ed incassata. La NASPI può durare massimo 2 anni. Infatti si tratta di una misura che per durata massima è pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita involontaria del lavoro. Nel caso delle pensioni anticipate collegate alla fruizione completa dell’indennità, meglio fare bene i calcoli. Per esempio, un lavoratore che viene licenziato dopo un periodo di lavoro consecutivo di oltre 4 anni, si troverebbe con 24 mesi di NASPI da sfruttare. Evidente che avendo già maturato 41 anni di contributi, se bisogna attendere 24 mesi più 3 di attesa prima di poter presentare domanda di Quota 41, l’operazione non avrebbe senso. Perché la NASPI da anche la copertura figurativa per tutti i mesi di fruizione. Significa che l’interessato arriverebbe a raggiungere la contribuzione utile alla pensione anticipata ordinaria. La stessa cosa per chi si trova a perdere il lavoro a 65 anni di età. Dopo 24 mesi questo soggetto entrerebbe nel perimetro della pensione di vecchiaia ordinaria.
L’APE sociale per disoccupati, ecco le regole per la pensione a 63 anni e 5 mesi
La NASPI quindi, grazie alla contribuzione figurativa, che è valida sia per il diritto alle pensioni che per il calcolo degli assegni, può essere un valido strumento di accompagnamento alla pensione per chi si trova a 2 anni di distanza dalla pensione di vecchiaia o da quella anticipata ordinaria.
- Almeno 63 anni e 5 mesi di età;
- Almeno 30 anni di contributi versati;
- Intera NASPI percepita.
Per l’Anticipo pensionistico sociale limiti e novità 2024
Per l’APE nel 2024 si è registrato l’inasprimento dell’età pensionabile che è passata da 63 a 63 anni e 5 mesi. Inoltre è stato inserito un nuovo paletto oltre ai tanti che già c’erano dentro la struttura normativa della misura. Infatti chi va in pensione con l’APE sociale non deve svolgere attività di lavoro per tutta la durata dell’anticipo, ovvero fino al compimento dei 67 anni di età. Sia lavoro dipendente che autonomo. Il divieto di cumulo ha un’unica eccezione nel lavoro autonomo con le caratteristiche della occasionalità. E fino al tetto massimo di 5.000 euro annui. L’APE, ricordiamo, è una misura che ha delle evidenti limitazioni che sono:
- Importo massimo della pensione non superiore a 1.500 euro al mese;
- Durata della prestazione limitata ai mesi che mancano al compimento dei 67 anni di età;
- Nessuna maggiorazione spettante sulla pensione;
- Niente tredicesima mensilità e assegni per il nucleo familiare;
- Nessuna indicizzazione al tasso di inflazione dal primo all’ultimo giorno di fruizione;
- Niente reversibilità ai superstiti in caso di decesso del beneficiario.
Disoccupato e precoce, ecco l’identikit del beneficiario della Quota 41
Meno limiti ci sono per l’altra misura che si sposa con chi ha terminato di percepire la NASPI.
- Almeno 41 anni di contributi versati;
- Un anno di contributi anche discontinui deve essere stato completato entro il compimento dei 19 anni di età;
- 35 anni di contributi devono essere al netto di quelli figurativi da disoccupazione e malattia;
- Intera NASPI completata almeno da 3 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda.
In definitiva, la NASPI può essere un valido strumento sia per essere accompagnati alla pensione, godendo di una indennità fino a 24 mesi, che per anticipare la pensione grazie ai due strumenti prima descritti. Va comunque ricordato che la NASPI può essere inutile per quanti non hanno completato i 35 anni di contribuzione effettiva per la Quota 41. Perché non vengono considerati per completare questo requisito aggiuntivo. E bisogna ricordare che dal sesto mesi di beneficio l’indennità di disoccupazione scende come importo in misura pari al 3% al mese. Questo fattore arriva a ridurre la prestazione anche della metà dal primo all’ultimo mese di beneficio.