Man mano che passano i giorni sempre più disoccupati ci sono nel sistema lavoro in Italia. E non facciamo riferimento a crisi economica e crisi del settore lavoro in Italia. Il riferimento infatti è alla chiusura di una particolare stagione lavorativa. Infatti da inizio settembre a metà ottobre in genere ed in media, termina la stagione del turismo estivo. Le attività nelle stazioni balneari, nelle località turistiche e nelle strutture ricettive terminano e con esse terminano i contratti di lavoro dei cosiddetti stagionali.
Sono loro che adesso iniziano a riempire i Patronati per presentare la domanda di disoccupazione. la richiesta della Naspi è una prassi che si ripete ogni anno di questi tempi per milioni di addetti del settore. Cuochi, camerieri, addette alle stanze, bagnini e animatori sono in procinto di passare ad essere coperti per i mesi spettanti, dall’ammortizzatore sociale principale per i casi di interruzione del rapporto di lavoro.
Ecco i dubbi sulla NASPI quando il disoccupato trova nuova occupazione
Il dubbio di molti riguarda però non tanto il meccanismo della Naspi e i suoi requisiti, quanto piuttosto le problematiche relative a sospensione, decadenza o revoca del beneficio in caso di ripresa di una qualsiasi attività lavorativa.
“Salve, il 20 settembre è finita la mia stagione lavorativa estiva. L’albergo in cui lavoravo ha chiuso e adesso sono in procinto di chiedere la Naspi. Volevo capire cosa accade alla Naspi nel momento che riprendo a lavorare. Infatti credo che a metà ottobre potrei accettare una proposta lavorativa di un mese e mezzo con un ambulante che fa feste di Paese e sagre. E la mia zona in questi mesi è piena di eventi di questo genere. Dal momento che è un lavoro che già so essere temporaneo, mica corro il rischio di perdere la Naspi?”
NASPI, ecco l’indennità di disoccupazione INPS e le cause di revoca o sospensione
Richiedere la Naspi a fine stagione estiva è una cosa comune alla stragrande maggioranza dei lavoratori del settore ricettivo, turistico e balneare.
Per capire bene questo passaggio, niente di meglio che sfruttare la situazione del nostro lettore. Per esempio lui ha appena finito di svolgere la stagione estiva di lavoro. Se non richiede la Naspi entro 67 giorni non potrà più farlo. I periodi lavorati però hanno maturato Naspi e accettando la nuova proposta di lavoro, quando quest’ultima cesserà, potrà chiedere la Naspi che per durata ingloberà anche i periodi di lavoro della stagione estiva.
Durata e imposti della Naspi, cosa incide?
La durata della Naspi infatti è pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti la data di interruzione dell’ultimo rapporto di lavoro. Sempre che i periodi di lavoro pregressi di questi ultimi 4 anni non abbiano dato diritto ad un altro sussidio per disoccupati o ad una precedente Naspi. Ed anche per importi la Naspi è collegata ai 4 anni di lavoro precedenti. Infatti è il 75% della retribuzione media degli ultimi 4 anni la formula di calcolo della Naspi, anche se limitata ad un determinato importo massimo oltre cui non si può andare.
Lavorare e prendere la Naspi è uno dei quesiti più ricorrenti tra i percettori dell’ammortizzatore sociale. Ed il nostro lettore ne è un tipico esempio.
La Naspi decade o viene sospesa quando si trova un lavoro?
Il dubbio riguarda sospensione, decadenza e revoca della Naspi in presenza di un nuovo lavoro del beneficiario.
Chi ha diritto a 6 mesi di Naspi e trova un nuovo lavoro che dura due anni, alla scadenza di quest’ultimo anche nel 2026, prenderà i 12 mesi di Naspi spettanti per l’ultimo lavoro svolto, ed i 6 mesi spettanti per il lavoro attuale.
La Naspi è l’ammortizzatore sociale destinato ai disoccupati che perdono il lavoro involontariamente. Se l’ultimo lavoro è stato perso per dimissioni volontarie e senza giusta causa, l’indennità non può essere percepita. Anche in questo caso i periodi di lavoro svolti possono dare diritto alla Naspi alla prima interruzione di lavoro involontaria successivamente sopraggiunta.
Nuova occupazione e NASPI, cosa cambia sull’indennità INPS?
Tornando al quesito del lettore, va detto che anche se si trova una nuova occupazione, è possibile continuare a prendere l’indennità. A meno che non sia un lavoro stabile e lungo. Per prima cosa va detto che la Naspi viene ridotta di importo in base al nuovo lavoro trovato e al reddito da esso proveniente. L’importo della Naspi per esempio si riduce quando il beneficiario avvia una nuova attività lavorativa autonoma, ma solo se il reddito annuo prodotto da tale attività è più o meno pari a 5.500 euro. E soprattutto se l’imposta sui redditi dovuta per questo genere di lavoro è inferiore alle detrazioni fiscali spettanti. Di Naspi infatti si perde l’80% dei redditi prodotti. Quando un disoccupato in Naspi trova un nuovo lavoro subordinato invece, se il lavoro instaurato è a tempo determinato e di durata non superiore a 6 mesi e il reddito annuale prodotto è inferiore a 8.500 euro, la Naspi continua ad essere presa.