La Naspi è possibile anche per gli over 67? Prendere la disoccupazione per chi non può andare in pensione potrebbe essere una soluzione. Parliamo naturalmente della Naspi, cioè dell’indennità per disoccupati involontari che l’INPS versa a chi ne ha diritto. Naspi e pensioni sono due strumenti che si incastrano anche in determinate misure pensionistiche. Basta pensare alla quota 41 o all’Ape sociale. Misure queste, che hanno nei disoccupati che hanno terminato di beneficiare della Naspi, una delle categorie a cui le misure si applicano.
Naspi per over 67: fino a 24 mesi per chi resta senza la pensione
E poi per come funziona la Naspi, può diventare un valido assegno di accompagnamento alla pensione per chi stanco di lavorare, aspetta soltanto di completare l’età per poter accedere ad una misura pensionistica. Ma ciò che è più interessa oggi è il fatto che la Naspi può tornare utile anche come alternativa alla pensione. Infatti può andare a sostegno di chi una pensione, pur avendo raggiunto l’età, non la centra.
“Gentile redazione, vi pongo un quesito che mette in risalto un mio problema abbastanza serio che sto riscontrando in questi giorni. A dicembre compirò 67 anni di età e dopo oltre 5 anni di lavoro consecutivi con il mio datore di lavoro, quest’ultimo mi ha detto che mi vuole licenziare. Tutto questo solo perché a 67 anni ormai è tempo di andare in pensione, questo ciò che mi ha detto. Io però ho solo 15 anni di contributi versati, ed a 67 anni di età non ho diritto a nessuno prestazione pensionistica. Ho avuto una carriera costellata da rapporti di lavoro non regolarizzati e varie difficoltà a trovare occupazione. A tal punto che ho una carriera così corta che non mi permette l’accesso alla pensione. Ho provato a chiedere al mio patronato se avessi diritto a quelle pensioni Amato che pare concedono la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi.
Pensioni di vecchiaia a 67 anni, non sempre questa età è sufficiente
Il problema del nostro lettore è uno solo e riguarda il fatto che è senza vent’anni di contributi versati la pensione di vecchiaia non può essere centrata. Ma è un problema che per colpa del sistema contributivo, si amplifica e diventa di dominio comune per quei lavoratori che hanno iniziato a versare dopo il 1995. Per loro infatti nemmeno vent’anni di contributi a volte bastano. Infatti per i contributivi puri oltre ai vent’anni di contributi versati e ai 67 anni di età, serve pure una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. In termini pratici, più o meno 1.310 al mese. In pratica stanno diventando sempre di più i lavoratori che pur avendo completato l’età utile alla pensione di vecchiaia, non possono avere accesso a questa prestazione. E come nel caso del nostro lettore, se viene meno anche il lavoro, il guaio può essere doppio.
Cosa fare per non restare senza lavoro e senza pensione
Le vie alternative a situazioni come quelle del nostro lettore ci sono, ma sono davvero complicate da sfruttare. Per esempio si può parlare di assegno sociale e di reddito di cittadinanza. Si tratta di due tra le misure assistenziali più importanti che il nostro ordinamento prevede. Ci sono però alcune cose da sapere riguardo a queste due prestazioni.
Anche il reddito di cittadinanza e l’assegno sociale per i senza pensione
Infatti per l’assegno sociale serve rispettare determinati redditi sia singoli che coniugali. In pratica bisogna avere dei redditi davvero bassi per poter rientrare nell’assegno sociale intero, che ricordiamo è pari a 468,28 euro al mese. Diverso il discorso del reddito di cittadinanza, che oltre al reddito tiene in considerazione anche il patrimonio dei beneficiari potenziali. Infatti l’ISEE deve essere al di sotto di 9.360 euro, non ci devono essere soldi in banca in misura superiore a 6.000 euro per quanto riguarda il singolo e poi ci sono un’altra marea di vincoli e paletti. E tra questi, fondamentali anche il patrimonio immobiliare ed eventuali auto o moto detenute.
La Naspi agli over 67 si può
Se il nostro lettore è davvero in una situazione precaria come reddito e come patrimonio, vie alternative quindi alla pensione potrebbero essere soltanto queste misure assistenziali. La prima però ha un importo piuttosto basso, come abbiamo detto in precedenza. La seconda invece è piena di vincoli, compresi quelli relativi alle modalità con cui si deve spendere il sussidio. Una via però che il nostro lettore ha tutto il diritto di perseguire, anche se non servirà per tutti i quattro anni che gli mancano ad arrivare a 71 per la propria pensione di vecchiaia, è la Naspi. Dal momento che il suo datore di lavoro vuole licenziarlo, il nostro lettore ha diritto a percepire il 75% dello stipendio grazie alla Naspi. Infatti l’indennità per disoccupati involontari dell’INPS, può avere una durata pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni. E dal momento che il nostro lettore è da 5 anni assunto con lo stesso datore di lavoro può godere di 24 mesi di indennità.
Non ci sono vincoli di età a percepire la Naspi, perché conta il diritto alla pensione
La Naspi è una misura che può essere percepita anche da soggetti che hanno raggiunto l’età pensionabile.
Anche oltre i 67 anni la Naspi è possibile
Questo significa che, se una persona non ha ancora raggiunto i requisiti minimi per andare in pensione, può benissimo chiedere ed ottenere la Naspi anche per over 67 anni. Il nostro lettore potrebbe percepirla quindi da 67 a 69 anni, sfruttando tutto il periodo indennizzato. Il problema dell’assenza di reddito sarebbe successivo. Perché è vero che la pensione per lui scatterebbe a 71 anni come gli hanno suggerito quelli del suo patronato. Evidentemente ha il primo contributo versato in epoca contributiva, e quindi dopo la fine del 1995.