Naspi e Partita IVA, qual è il reddito da considerare?

Naspi e Partita IVA, quale reddito bisogna comunicare all'INPS per l'accoglimento della pratica? | La Redazione risponde.
7 anni fa
2 minuti di lettura
Disoccupazione NASPI

NASPI e Partita IVA, i quesiti dei nostri lettori:

1° Quesito

Buongiorno, il mio compagno 3 mesi fa ha perso il lavoro.

Ora sta percependo la Naspi. A gennaio gli hanno offerto un lavoro per il quale dovrà aprire la partita iva.

Deve smettere di percepire la Naspi da quando? Dalla prima fattura emessa o da quando l’ammontare del fatturato avrà raggiunto la soglia di 4800€?

Dovrà chiamare il patronato dove ha fatto richiesta per chiudere la pratica Naspi? Grazie e buon lavoro.

Risposta

Deve comunicare all’Inps il superamento della soglia di reddito attraverso il patronato che le ha presentato la domanda.

Ricordiamo che alla domanda della disoccupazione, o entro i 30 giorni successivi alla presentazione della domanda, bisognerà allegare una dichiarazione relativa al reddito presunto per l’anno in corso e completare, appena possibile, la comunicazione all’INPS  del reddito definitivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.

Nel caso specifico se il limite di 4.800 euro, viene superato, non si ha diritto più all’indennità.

Secondo quesito

2) Buon giorno Angelina, la Naspi vale anche per le società oppure soltanto ditta individuale?

Risposta

La normativa riporta che:”chi intende avviare un’attività lavorativa autonoma o d’impresa individuale o vuole sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa, nella quale il rapporto mutualistico ha a oggetto la prestazione di attività lavorativa da parte del socio, può richiedere la liquidazione anticipata e in un’unica soluzione della NASpI”.

Quindi vale sia per società che ditta individuale, ha anche la possibilità di chiedere la liquidazione anticipata in un’ unica soluzione. Consiglio di leggere l’articolo: NASpI in un’unica soluzione e con partita IVA, è possibile? | La Redazione risponde

Terzo quesito

Buongiorno, ho letto il suo articolo sulla Naspi e i soci di Sas, potrebbe dirmi quale reddito viene richiesto presentando la domanda nel mese di ottobre, essendo stato licenziato il 30/09, dato che mi hanno respinto la domanda dicendomi che dovevo presentare reddito e che quello relativo alla certificazione del 2016 datato 31/07/2017 non andava bene. 

Come faccio io ad avere il reddito del 2017, se non sono state ancora chiusi i bilanci.

Grazie dell’attenzione. Ciro.

Risposta

Vediamo di capire perchè è stata respinta la NASPI e quali sono i casi di decadenza e sospensione.

NASPI sospensione e decadenza

La Naspi viene sospesa e decade nei seguenti casi:

  • rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi. L’indennità è sospesa d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro sulla base delle comunicazioni obbligatorie. Per calcolare il periodo di sospensione si considera la durata del rapporto di lavoro e non le giornate effettivamente lavorate. Dopo un periodo di sospensione di massimo sei mesi, l’indennità riprende per il periodo residuo (circolare 12 maggio 2015 n. 94);
  • nuova occupazione con contratto di massimo sei mesi in paesi dell’UE o con cui l’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali in tema di assicurazione contro la disoccupazione, o in paesi extracomunitari;
  • mancata comunicazione all’INPS del reddito annuo presunto, entro un mese dall’inizio della nuova attività di lavoro subordinato non superiore a sei mesi.

Alla domanda della disoccupazione, o entro i 30 giorni successivi alla presentazione della domanda, bisognerà allegare una dichiarazione relativa al reddito presunto per l’anno in corso e completare, appena possibile, la comunicazione all’INPS del reddito definitivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.

Doveva indicare un reddito presunto, e poi successivamente allegare la comunicazione del reddito definitivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.

Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]

 

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