Una nuova riforma, questa volta per il settore lavoro e previdenza, voluta dal ministro Andrea Orlando, che si è detto pronto ad intervenire anche sulla Naspi. L’assicurazione sociale garantita a chi ha perso involontariamente il lavoro – quindi- potrebbe presto subire delle modifiche, cambiando i requisiti di accesso e le modalità di riconoscimento.
Naspi, cosa prevede la riforma Orlando
In sintesi, stando a quanto emerso dal documento della bozza della riforma (su cui ha fornito maggiori dettagli Il Messaggero), l’obiettivo del ministro del Lavoro sarebbe quello di rendere meno rigidi i requisiti di accesso alla Naspi.
Non è stato ancora aggiunto altro sulle nuove modalità di riconoscimento della Naspi, ma ciò che sembrerebbe certo è che un’eventuale modifica della stessa è stata già inserita nel pacchetto di proposte al vaglio del Governo.
Naspi, chi può richiederla oggi
Oggi hanno accesso alla Naspi:
- apprendisti;
- soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
- personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
- dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
Tutti professionisti questi con contratto subordinato (dipendenti) che hanno perso il lavoro involontariamente. Tra le cause di perdita involontaria del posto di lavoro:
- licenziamenti collettivi;
- licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e soggettivo, per mancato superamento del periodo di prova, per giusta causa, per cessazione di attività;
- dimissioni per giusta causa o intervenute durante il periodo tutelato di maternità;
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro;
- licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione;
- licenziamento disciplinare.
Non possono accedere alla prestazione:
- dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
- operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
- lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa;
- lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
- lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi.
Naspi, cambiano gli importi?
Nonostante l’intervento di modifica voluto da Orlando, e l’estensione della platea dei beneficiari, nulla è stato detto in merito agli importi della prestazione.
La misura della prestazione è infatti pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, se la retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito (1.227,55 euro per il 2021).
Se la retribuzione media è superiore al predetto importo di riferimento annuo (1.227,55 euro per il 2021), la misura della prestazione è invece pari al 75% dell’importo di riferimento annuo stabilito dalla legge (1.227,55 euro per il 2021) sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e il suddetto importo stabilito dalla legge. In ogni caso l’importo dell’indennità non può superare un limite massimo individuato con legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito (pari per il 2021 a 1.335,40 euro).
In ogni caso, spetterà sempre al lavoratore disoccupato presentare richiesta all’INPS, esclusivamente in via telematica e a pena di decadenza entro 68 giorni dalla cessazione.