Pandoro Melegatti in crisi per la gestione finanziaria
La campana ottagonale blu dai bordi dorati rischia seriamente di diventare un felice ricordo di tutti noi italiani. Sarebbe uno shock non solo per gli effetti occupazionali, bensì pure per la psicologia di un popolo, che vedrebbe scomparire ad un tratto uno dei marchi a cui lega le proprie tradizioni, un simbolo del made in Italy e garanzia di qualità. La vita residua di Melegatti, in assenza di novità, sarebbe di appena 15 giorni.
Il peggioramento finanziario sarebbe avvenuto proprio nell’ultimo anno e in conseguenza dell’investimento nel nuovo stabilimento. In attesa ancora di conoscere i dati del bilancio 2016, sappiamo che il 2015 si era chiuso con un fatturato di 55,1 milioni, a fronte di debiti per complessivi 15,5 milioni e una perdita netta di 188.000 euro, ma con un Ebitda in crescita a 2,17 milioni, segnalando la capacità societaria di produrre reddito dalla gestione caratteristica e numeri in netto miglioramento rispetto all’esercizio 2012, quando l’Ebitda era tre volte più basso a 801.000 euro, i debiti a 22 milioni e le perdite toccavano gli 1,7 milioni. Le difficoltà, quindi, sarebbero tutte sul piano finanziario, ragione per la quale il rilancio resta più che possibile, a patto di reperire capitali freschi e di rinegoziare i debiti già contratti. I consumatori non stanno voltando le spalle allo storico marchio, anzi il fatturato sarebbe persino in crescita. Qualcuno ha pasticciato con le finanze e dovrebbe forse fare un passo indietro.