Probabilmente anche stavolta non si farà nulla riguardo all’incremento a 1.000 euro delle pensioni minime.
Nonostante le promesse di portare le pensioni minime a questa cifra, è probabile che se aumenteranno, non lo faranno in maniera significativa. Nonostante queste promesse provengano da Forza Italia, il partito che anni fa introdusse, durante un suo governo, l’incremento a un milione di lire. Almeno considerando il fatto che le risorse del governo sono limitate.
Tuttavia, ieri, su Rete 4, la Premier Meloni ha parlato delle pensioni minime come di una priorità per il suo governo.
Nella manovra le pensioni minime, ma come saliranno? Ecco le ipotesi
Un incremento delle pensioni è ciò che ogni pensionato con un trattamento basso si aspetta, ed è una costante ogni gennaio. La Premier Meloni, intervistata da Paolo Del Debbio nel programma “4 di Sera” su Rete 4, oltre a dichiarare le pensioni minime una priorità, ha menzionato i risultati già ottenuti quest’anno sullo stesso tema.
In effetti, le pensioni sono state adeguate al tasso di inflazione con un meccanismo che ha tutelato in particolare le pensioni minime, sulle quali c’è stato anche un extra gettito che le ha portate a oltre 614 euro. La Premier ha affermato che durante i circa due anni di governo, è stata introdotta la rivalutazione piena sui trattamenti fino a 2.270 euro lordi al mese. In pratica, una perequazione al 100% rispetto al tasso di inflazione. Inoltre, per le pensioni più basse, la rivalutazione è andata oltre, arrivando al 120%.
Legge di Bilancio e perequazione: le minime sono prioritarie per il governo, lo ha detto la Premier
Si aspettano quindi buone notizie per quanto riguarda le pensioni minime.
La perequazione, infatti, è il metodo con cui lo Stato adegua pensioni, stipendi e redditi al tasso di inflazione, basandosi sui dati certificati dall’ISTAT sull’incremento del costo della vita. In questo modo, si cerca di preservare il potere d’acquisto dei contribuenti, compresi i pensionati. Ogni anno, quindi, si applica la rivalutazione delle pensioni.
Tuttavia, in base ai dati degli ultimi anni, sembra che nel 2025 la rivalutazione non sarà significativa, poiché il tasso di inflazione stimato dovrebbe essere “solo” dell’1,6% circa.
Perequazione 2025: cosa sappiamo oggi
Riguardo al meccanismo della perequazione, l’aumento pieno della pensione in base all’aumento del costo della vita interesserà, come nel 2024, solo i trattamenti fino a quattro volte il minimo. Questo significa che le pensioni minime aumenteranno di una cifra che difficilmente supererà i 10 euro al mese. Man mano che l’importo della pensione aumenta, la percentuale di rivalutazione applicata diminuisce.
Se anche nel 2025 sarà confermato il sistema attuale, dopo il 100% di rivalutazione per i trattamenti fino a quattro volte il minimo, si passerà all’85% per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo. Successivamente, si scenderà al 53% per le pensioni fino a sei volte il minimo. Al 47% fino a otto volte il minimo, al 37% fino a dieci volte, e al 22% per quelle ancora più elevate.
Sarà inoltre importante verificare se il governo confermerà anche per il nuovo anno la rivalutazione straordinaria del 2,7%. Visto che l’extra rivalutazione menzionata dalla Meloni scadrà il 31 dicembre 2024.