Il reddito di cittadinanza sembrerebbe dover presto scomparire, almeno per come lo conosciamo adesso. Nei piani del nuovo governo c’è il superamento di questo Istituto con un altro strumento ritenuto più efficace: il cosiddetto reddito di solidarietà. Si tratta di un sussidio a favore solamente dei “fragili”:
- anziani senza un lavoro;
- nuclei familiari con minori a carico;
- nuclei familiari con disabili.
Nessun beneficio sarà invece previsto per i giovani in grado di lavorare. Questi, secondo le ultime stime dell’Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro), rappresenterebbero circa un terzo degli attuali beneficiari.
La buona notizia, almeno per gli attuali beneficiari del reddito di cittadinanza, è che queste modifiche dovrebbero arrivare gradualmente.
Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, intervistato a “24 Mattino” su Radio24, ha dichiarato che: “sebbene qualche modifica si possa fare sin da subito, il reddito di cittadinanza non finisce sicuramente il 31 dicembre”. Cerchiamo di capire, dunque, cosa potrebbe succedere a partire da questa data.
Reddito di cittadinanza, non finisce il 31 dicembre ma ci saranno delle modifiche
Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, ha da poco rilasciato un’intervista a “24 Mattino”, su Radio24, con la quale ha rassicurato i tanti percettori di reddito di cittadinanza.
Durigon ha dichiarato che: sebbene qualche modifica si possa fare sin da subito, il reddito di cittadinanza non finisce sicuramente il 31 dicembre.
Una delle più importanti modifiche a quest’istituto, che potrebbe arrivare già da gennaio, riguarda il meccanismo dei controlli, in modo da scovare i tanti truffatori che percepiscono il sussidio senza averne diritto.
La gestione dell’INPS, ha spiegato Durigon, “è centralizzata e non ha un rilievo di presenza sul territorio. Durigon spiega che bisognerebbe dare un po’ più di potere ai Comuni come era per il Rei e anche di spostare tutta l’attività di controllo ai Comuni, perché in questo modo “diamo una stretta sulle truffe che stiamo vedendo in questo periodo con la gestione centralizzata dell’Inps, che non è capillare sul territorio e accoglie le domande così come vengono”.
Oltre a questo, bisogna dare una risposta al mercato del lavoro, che è anche uno degli aspetti più criticati di questo istituto. “Il reddito di cittadinanza non si può dare a vita a chi può e deve andare a lavorare. Non può esistere la mentalità del ‘tanto ho il reddito di cittadinanza’, per cui non si trovano soluzioni”.