Non manca la intenzione nell’operazione di sversamento di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico da parte del Giappone. Lo scopo è quello di svuotare le cisterne contenute nella centrale nucleare di Fukushma. Naturalmente, le proteste degli ambientalisti si sono fatte subito sentire. Così come i mugugni della popolazione locale e della stessa Cina.

Un’operazione alquanto delicata

Stamane è iniziata la maxi operazione relativa allo sversamento dell’acqua radioattiva in oceano. Il Governo di Tokyo ha fatto partire i lavori come da programma, il 24 agosto alle ore 13 (ora locale, le 6 in Italia).

Si tratta di acqua reflua contaminata stoccata per 12 anni dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Ma quanto durerà tale missione? E soprattutto avrà davvero delle conseguenze a livello ambientale? Attualmente i serbatoi in questione contengono all’incirca 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata. Le previsioni del Governo nipponico hanno immediatamente risposto a tale domanda. Secondo i calcoli, tale sversamento durerà ben 30 anni. Questo perché il liquido in questione dovrà essere diluito lentamente con l’acqua di mare, prima di essere versato direttamente nell’oceano attraverso un tunnel sottomarino collegato a circa un chilometro dalla centrale stessa.

Per quanto riguarda il monitoraggio dell’operazione, esso è stato affidato alla Tokyo Electric Power (Tepco), società che gestisce l’impianto. A tal proposito, i primi dati verranno già comunicati a partire da domani 25 agosto. Come dicevamo, però, ambientalisti e vicini non se ne sono stati a guardare senza proferir parola. a tal proposito, a destare maggior preoccupazione è la Cina, la quale ha criticato fortemente l’operazione nipponica. Gli organi cinesi hanno infatti dichiarato che si tratta di “un atto estremamente egoista e irresponsabile in spregio all’interesse pubblico globale”.  La nota rilasciata dal Ministro degli Esteri cinese aggiunge il proprio disappunto in merito alla questione:

“Lo smaltimento dell’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima è una questione importante per la sicurezza nucleare. Il suo impatto va oltre i confini del Giappone e la questione non è affatto una questione privata del Giappone. Il governo cinese adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute della popolazione”.

Acqua radioattiva, nuovo casus belli?

C’è chi già lancia l’allarme e sostiene che tale azione giapponese potrebbe fungere da casus belli per una nuova guerra tra le due nazioni.

E possiamo dire che non abbiamo proprio bisogno di ulteriori tensioni dopo quanto sta accadendo in Europa tra Russia e Ucraina. A smorzare la tensione ci pensa però la Corea del Sud, la quale sostanzialmente appoggia la decisione del Giappone, ma allo stesso tempo chiede la massima trasparenza sull’operazione svolta. Secondo il premier sudcoreano infatti si sta parlando di preoccupazioni eccessive, in quanto si tratta di un’operazione che non avrà controindicazioni, a patto che venga effettuata con la massima accortezza. Ad ogni buon conto, il primo ministro di Seul invita il Giappone a comunicare costantemente i dati dello sversamento dell’acqua radioattiva sollecitando “il governo giapponese a divulgare informazioni in modo trasparente e responsabile sul processo di scarico dell’acqua che continuerà nei prossimi 30 anni”.

Come detto, infatti, si tratta di un processo lungo che ricovrerà ben 30 anni di storia del nostro pianeta e che dovrà essere portato quindi a termine entro il 2053. Senza dubbio, il mondo intero guarda a questo fenomeno con grande interesse e sicuramente non mancheranno ulteriori polemiche fino a che l’intera operazione non sarà conclusa.

I punti chiave…

  • il Giappone inizia il piano di sversamento dell’acqua radioattiva nell’Oceano pacifico;
  • la Cina ritiene l’operazione pericolosa e accusa Tokyo di essere irresponsabile verso gli altri paesi vicini;
  • la Corea del Sud invece appoggia la decisione nipponica, ma chiede massima trasparenza.