Sono circa 3 milioni gli italiani che nel 2021 hanno scelto la formula della cedolare secca per gli affitti delle proprie abitazioni domestiche. Il successo di questo tipo di contratto di locazione è in continua espansione e ora il nuovo Governo pensa di estenderlo anche ai negozi, ossia gli immobili commerciali.

Nuova tassazione per i contratti di immobili commerciali

A dare la notizia ci ha pensato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il quale svela le intenzioni del governo in merito alla tassazione dei locali commerciali in affitto.

I Ministri stanno pensando a una nuova formula di cedolare secca per regolamentare anche questo tipo di immobili. Del resto negli ultimi anni il ricorso a questo tipo di contratto, sia al 21% che al 10%, è nettamente aumentato, decretando il successo della formula. La tassa piatta, come è stata definita, è risultata particolarmente gradita dagli italiani. Infatti solo nel 2021, come già detto, 3 milioni di italiani hanno optato per questo tipo di formula contrattuale per l’affitto della propria abitazione domestica.

Ma perché tale contratto sta funzionando così tanto? Perché si tratta di una formula facoltativa che si applica sui redditi prodotti dall’affitto dei propri immobili al posto delle più tradizionali Irpef, imposte di bollo e di registro. La formula ha funzionato anche per lo Stato. Il quale nel solo 2021, anno di analisi più recente, ha registrato per le sue casse un imponibile di oltre 18 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2020. Interessante anche conoscere meglio quelli che sono i fruitori di questo tipo di contratto di locazione domestica. Secondo i dati, hanno scelto l’aliquota al 21% coloro che hanno un reddito che va dai 20 mila ai 50 mila euro. Quelli che hanno invece optato per la flat tal sono il 49%. I primi si trovano soprattutto in Lombardia, mentre i secondi nel Lazio.

Le regioni che ne fanno maggior uso

Dov’è che gli affitti con cedolare secca vengono maggiormente applicati? I dati rilasciati dall’ultimo report ci dicono che il sud Italia è quello più attivo in questo senso.

Qui si registra un aumento del 6,9% tra il 2020 e il 2021. Ricordiamo comunque che la cedolare secca può essere richiesta anche da chi necessita di contratti brevi, ossia quelli che non superano i 30 giorni. Dal 2021 l’applicabilità è prevista solo se nell’anno si destinano a questa finalità al massimo quattro appartamenti. Superata tale soglia, infatti, il Fisco considera tale attività come uso imprenditoriale e gli appartamenti non possono quindi più essere equiparati a quelli di uso domestico.

Affitti cedolare secca, un successo da estendere

Insomma, i numeri raccontati dall’Agenzia delle Entrate sono ormai chiari e rivelano quanto questa formula stia funzionando. Ma cosa vuol dire estenderla anche agli immobili commerciali? In poche parole, lo Stato crede che in questo modo verrà facilitata anche la modulistica relativa agli affitti di negozi da parte degli esercenti, magari per coloro che stanno pensando di aprire una nuova attività commerciale proprio in questo momento.

Questo perché la tassazione offerta da questa formula, come abbiamo visto, è decisamente più vantaggiosa. Indirettamente, la manovra potrebbe quindi avere positive ripercussioni anche sul mondo del lavoro, altro argomento fortemente dibattuto dal Governo e sul quale proprio di recente Meloni e l’opposizione hanno avuto un bel po’ da ridire in merito a chi avesse effettivamente fatto di più per abbassare le tasse sul lavoro. Vedremo se a breve termine la novità apporterà davvero i suoi frutti.