Tutta colpa delle temperature. L’inverno mite con livelli oltre la media stagionale ha anticipato il fiorire delle mimose. Sembra un fatto positivo, ma per gli esperti è invece un grosso campanello d’allarme. A rischio l’intera raccolta primaverile. Vediamo perché.

L’allarme degli esperti

E la Coldiretti a farsi portabandiera di questo nuovo pericolo, quello che interessa le mimose nel nostro paese. Le temperature sopra la media di questo inverno hanno infatti fatto fiorire le mimose con un mese di anticipo rispetto al previsto.

Se il 2024 era iniziato con l’ondata di gelo, il mese di gennaio si è invece concluso con l’arrivo dell’anticiclone africano che ha mescolato nuovamente le carte in tavola spazzando via l’inverno. Il sole è tornato a splendere su tutta la penisola e in alcune zone si è arrivati a toccare addirittura i 20 gradi. Insomma, una vera e propria primavera anticipata che può provocare non pochi danni alla natura. Le mimose sono un simbolo dalle nostre parti e si usa regalarle alle donne l’8 marzo, data in cui ogni anno si celebra appunto la festa della donna.

Si tratta di un fiore caratteristico di quel periodo, rigoglioso e florido che raggiunge la sua fioritura massima proprio nei primi giorni di marzo. Stavolta però si è anticipato di circa un mese e da nord a sud il suo caratteristico profumo è già ben presente. Tutto molto bello? Neanche per sogno, poiché in questo modo si stravolge sempre più quello che è l’andamento lineare della natura. Naturalmente, i cambiamenti climatici, benché molti possano vederli come semplici fenomeni naturali, sono dipesi invece proprio dall’uomo e dal suo rapporto con l’ambiente. Ormai è notorio che la sostenibilità sia un fattore cruciale del nostro vivere, ma a quanto pare siamo arrivati un tantino in ritardo e i fenomeni che stiamo vivendo segnano già quello che potrebbe essere un cambiamento drammatico negli equilibri naturali del nostro ecosistema.

Allarme mimose, cosa dicono gli esperti?

A interessarsi del fenomeno ci ha pensato Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Secondo gli esperti dell’associazione tale fenomeno può avere un impatto pericoloso proprio sulle coltivazioni future.

“Le alte temperature mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato, anche con fioriture fuori stagione”. 

Ma perché c’è il rischio che la coltivazione ne possa risentire? Perché nelle prossime settimane sono attese nuovamente temperature in calo, cosa che quindi sfavorirà il fiorire delle mimose (e non solo) nel loro periodo naturale, oltre a compromettere il raccolto già in atto. Veniamo da una esperienza simile che ha mietuto già molti danni. Il 2023 è stato infatti un anno particolarmente caldo e l’incidenza delle temperature è costata 6 miliardi di euro al settore agricolo. I cambiamenti di temperatura quindi sono costantemente monitorati, poiché i timori sono che anche per questo 2024 il settore ne risentirà non poco a livello economico. Come se non bastasse, le temperature alte favoriscono anche il proliferare degli insetti, modificando il loro ciclo vitale e andando a influire sul raccolto. La scarsità di pioggia e neve è un altro fattore che sta incidendo in maniera negativa sulla coltivazione. Insomma, gli operatori del settore hanno tutte le motivazioni per essere alquanto preoccupati.

I punti chiave…

  • allarme mimose a causa delle temperature oltre la media stagionale;
  • il clima primaverile le ha fatte fiorire con un mese di anticipo;
  • il rischio è che il ritorno a temperature più basse rovinerà il raccolto e sfavorirà quello dei prossimi mesi.