Ebbene sì, gli scienziati che da anni (dal 1947) fanno parte del Doomsday Clock, affermano che l’apocalisse è davvero vicina. A 100 secondi dalla mezzanotte, ora X della fine del mondo, secondo questo mitologico orologio che segnerebbe l’estinzione della razza umana, o almeno del mondo civilizzato come lo conosciamo oggi.

Apocalisse, ci siamo

Se prima le lancette erano posizionate a 120 secondi dall’ora X, ora gli scienziati hanno tolto 20 secondi, siamo a meno 100 dalla fine. Ma cosa vuol dire? Naturalmente, questi 100 secondi non sono un tempo effettivo, reale, cioè da prendere alla lettera, ma una sintesi di un complesso calcolo matematico.

Simbolicamente quindi vuol significare che nella scala di rischi che ci porterà all’estinzione, abbiamo fatto un altro piccolo passo avanti.

Immaginiamo quindi di avere 24 ore a disposizione, o meglio, le avremmo se tutto fosse perfetto, se la vita scorresse come vorremmo, se le potenze del mondo non si minacciassero l’uno con l’altro, se l’inquinamento non facesse terrore sempre più e la natura non fosse sempre più soffocata. Insomma, in un quadro idilliaco avremmo 24 ore a disposizione, mentre nella situazione attuale abbiamo appena 100 secondi.

Questo dunque il senso della metafora dei ricercatori del Doomsday Clock. A depennare gli altri 20 secondi hanno pesato una possibile guerra nucleare, il cambiamento climatico e la cyber-disinformazione. Come dicevamo, il Doomsday Clock nasce dopo la seconda guerra mondiale, dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. Siamo nel momento più vicino alla mezzanotte da quando l’iniziativa è stata creata. Il momento più lontano invece si è registrato nel 91, alla fine della Guerra Fredda. Le lancette erano alle 23:43.