Dopo il caso del colpo sparato durante una festa che vede coinvolto l’onorevole Pozzolo, nel nostro paese scoppia una nuova polemica. Quante armi ci sono in Italia? La domanda si sposta al porto d’armi, con molti italiani che si chiedono come è regolamentato da noi. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Dalla cronaca all’attualità

Un caso di cronaca come tanti, ma che ha coinvolto l’onorevole Pozzolo, e che quindi diventa motivo di dibattito pubblico. Dopo il colpo di pistola sparato alla festa di Capodanno a Rossazza, in provincia di Biella, tutti gli italiani hanno iniziato nuovamente a interrogarsi sulla bontà di lasciare ai propri connazionali la possibilità di utilizzare armi da fuoco.

Benché non si parli delle armi più potenti del pianeta, una pistola rimane pur sempre uno strumento di morte pericolosissimo, e per questo motivo il suo possesso è regolamentato da leggi severe che si concretizzano nel porto d’armi. Nell’episodio è rimasto ferito un membro della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Ma è davvero giusto lasciare che normali cittadini detengano questo permesso e possano quindi acquistare armi?

Negli Stati Uniti, o almeno in molti stati dell’America del Nord, la situazione è stata più volte dibattuta, vista la facilità con la quale i cittadini possono acquistare legalmente un’arma. Da noi le cose sono abbastanza diverse. Le licenze in Italia si suddividono in tre categorie, per difesa personale, per uso sportivo e impiego venatorio. La prima vale un anno e consente di portare l’arma anche fuori dalla propria residenza. La seconda vale 5 anni può essere solo utilizzata per tiro a segno e simili, ma va trasportata assolutamente scarica. Stesso discorso per la terza categoria, sempre con validità di 5 anni e utilizzata per chi va a caccia. Ciò detto, l’arma che ha sparato a Capodanno era legalmente registrata.

Ma a questo punto c’è da chiedersi quante armi girano in Italia.

Armi in Italia, i numeri ufficiali

Parlare di ufficialità in questo senso intende quelle armi regolamenti registrate e regolamentate dal porto d’armi. Naturalmente è invece impossibile fare una stima precisa di quante armi ci sono realmente nel nostro paese, visto che non tutte ovviamente sono registrate e i possessori non sempre sono in possesso del regolare porto d’armi. Ciò detto, ecco i numeri ufficiali relativi alle licenze rilasciate:

  • guardie giurate arma lunga: 40.961 licenze;
  • guardie giurate arma corta: 574 licenze;
  • uso caccia: 609.527 licenze;
  • uso tiro a volo: 574.842 licenze;
  • difesa personale arma lunga: 11.785 licenze;
  • difesa personale arma corta: 223 licenze.

Dai numeri si evince chiaramente che quelle utilizzate per la caccia sono di gran lunga il dato più alto, seguite poi da quelle per il tiro al volo. Insomma, parliamo di un utilizzo che è fine alo sport e che quindi non dovrebbe consentire il trasporto dell’arma carica al di fuori della propria residenza (l’arma va caricata solo una volta raggiunto il luogo di tiro). A preoccupare però è il sondaggio offerto da Censis qualche anno fa, dove si evince che in realtà i numeri sono molto più alti rispetto alle licenze rilasciate. Infatti, in tale sondaggio il 9,6% degli italiani ha dichiarato di possedere un’arma da fuoco. Parliamo dunque di circa 6 milioni di cittadini, il quintuplo rispetto alle licenze rilasciate nel nostro Paese.

I punti chiave…

  • mente il Paese dibatte sul caso Pozzolo, i numeri sulle armi in Italia ci dicono che molte non sono dichiarate;
  • secondo un sondaggio, il 9,6% degli italiani ha un’arma, quindi circa 6 milioni di italiani;
  • il quintuplo rispetto al numero di licenze effettivamente rilasciate nel nostro paese.