L’Ocse ha effettuato un nuovo studio nel quale rivela le aspettative di vita nel mondo. A quanto pare il nostro paese ha avuto un vero e proprio crollo verticale, visto che è passato dal terzo posto dello scorso anno, al nono posto di questa edizione 2023. Benché ci siano buoni indicatori su obesità e mortalità evitabile, le difficoltà del sistema sanitario stanno pesando molto e sono la causa di questa nuova posizione.

Non siamo più nemmeno un paese per vecchi

Parafrasando il noto film dei fratelli Cohen, a quanto pare il nostro paese non sta mantenendo nemmeno più alte le aspettative di vita delle quali ci vantavamo fino a qualche tempo fa.

Se da una parte, infatti, la grande longevità dei nostri anziani poteva rivelarsi un problema per l’INPS, ora che le cose stanno cambiando si presenta il risvolto della medaglia, ossia il rischio che le nostre aspettative di vita si abbassino inesorabilmente. Se da una parte la scienza ci dice che la vecchiaia inizia più in là con gli anni rispetto al passato, dall’altra ora arriva un nuovo studio che in parte smentisce tale teoria e ci dice che la media nazionale si è abbassata a 82,7 anni.

La vecchiaia a che età inizia? Secondo un recente studio ora si diventa anziani a 75 anni, mentre una persona di 65 anni ha in media la stessa salute di un 45enne 30 anni fa. Si trattava di numeri incoraggianti per quanto riguarda le aspettative di vita. Tale dato però è ora in contraddizione con la longevità nel nostro paese. Ciò significa che gli anziani avranno solo 7 anni e mezzo circa di vita per godersi la loro terza fase. Il rapporto Health at a glance dell’Ocse parla chiaro in questo senso e ci dice che i fattori decisivi sono stati gli investimenti per il settore sanitario sotto la media degli altri paesi.

Al nono posto insieme a noi anche il Lussemburgo.

Aspettative di vita, il quadro generale

siamo comunque sopra la media dei paesi Ocse, e questo ci dice che la situazione non è comunque così grave come sembra. C’è però il timore che le politiche attuali e future possano peggiorare ulteriormente la cosa, poiché i cattivi presagi secondo alcuni sono già iniziati. Ad ogni modo, come dicevamo, la media Ocse è di 80,3 anni. Davanti a noi ci sono i seguenti paesi:

  1. Giappone (84,5 anni),
  2. Svizzera (83,9),
  3. Corea del Sud (83,6),
  4. Australia (83,3),
  5. Spagna (83,3),
  6. Norvegia (83,2),
  7. Islanda (83,2),
  8. Svezia (83,1).

Come dicevamo, non mancano anche le buone notizie. Per quanto riguarda la morte evitabile siamo al settimo posto, 146 decessi per 100mila abitanti, anche in questo caso sopra la media dei Paesi Ocse. A far storcere il naso è invece la situazione sanitaria, con molti medici e pochi infermieri. I primi sono 4,1 ogni mille abitanti, sopra la media Ocse di 3,7. I secondi appena 6,2 ogni mille, in questo caso la media è addirittura 9,2. Problemi anche per quanto riguarda la spesa procapite. Se gli altri paesi impegnano quasi il doppio delle risorse, l’Italia presenta una spesa molto bassa, solo 4,291 dollari.

Grossomodo la stessa spesa procapite della Spagna, mentre la Germania spende 8 mila dollari e la Francia 6.630. Sotto la media dei paesi anche il Pil. L’Italia destina solo il 9% del prodotto interno lordo, quando invece la media è del 9,2%. Le condizioni di povertà aumentano, con l’8,1% della popolazione che non si cura per mancanza di soldi, altri elemento che fa scendere la media della nostra aspettativa di vita alla nascita.

I punti chiave…

  • l’Italia scende dal terzo al nono posto per le aspettative di vita alla nascita;
  • ora la nostra media è di 82,7 anni, comunque leggermente sopra la media dei paesi Ocse;
  • a provocare questo declassamento in classifica le varie problematiche legate al sistema sanitario nazionale.