La pandemia è finita e le coppie stanno tornando a scoppiare. Si registra infatti un nuovo boom di separazioni e divorzi nel nostro paese, ma a quanto pare la nuova tendenza è quella di trovare accordi fuori dalle aule dei tribunali. Come mai? Forse di colpo gli italiani si sono accordi che questi processi sono troppo costosi e finiscono per essere uno stress sia per lui che per lei? O forse la ragione è un’altra?

Boom separazioni e divorzi, cosa sta succedendo?

Forse potremmo metterci anche questa motivazione tra le ragioni che portano gli italiani a fare pochi figli.

Del resto, se la coppia mostra delle crepe, meglio evitare di mettere al mondo un bambino. Anzi, molti fanno l’errore di regalarsi un bebè proprio per evitare la crisi di coppia, cosa che poi puntualmente ricapita dopo qualche anno, traumatizzando il fanciullo in quelli che dovrebbero essere gli anni più spensierati della sua vita. Ma concentriamoci ora sui dati relativi al boom di separazioni. Il rapporto Istat “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi” riferito al 2021 rileva un ritorno ai livelli pre-pandemici per le separazioni. Nello specifico sono 97.913 le separazioni registrate, ben il 22,5% in più rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i divorzi invece i numeri salgono ulteriormente, 83.192, ossia +24,8% rispetto al 2020. Come dicevamo però, a differenza del periodo pre pandemia, ora si opta per accordi stragiudiziali. Il numero di accordi fuori dall’aula di tribunale è infatti cresciuto di ben 23.267 unità, portando la percentuale a +27,8%. Insomma, ora la tendenza è l’accordo tra le parti in presenza dei rispettivi avvocati allo stato civile del Comune. Si tratta però di una tendenza che deve ancora fare un po’ di strada per raggiungere i chilometri percorsi dalle separazioni in tribunale. I dati Istat in questo senso sono chiari: nel 2021 le separazioni consensuali sono state 60.452, mentre le separazioni giudiziali sono state 14.194.

Quanto ci costa separarci?

Alla fine, come avevamo previsto, la strada dello stragiudiziale è preferibile per i costi. Gli italiani stanno infatti scegliendo questa alternativa per le loro separazioni per una questione prettamente economica. Infatti, sia che il matrimonio sia in comunione che in separazione dei beni, il prezzo della separazione resta invariato. La consensuale non ha un vero tariffario, ma cambia in base agli accordi presi con l’avvocato. In media comunque il costo oscilla tra i 700 e i 3000 euro.

Se pensiamo che le vie giudiziali ci costano invece tra i 3500 e i 10 mila euro, ecco che diventa chiaro i motivo della nuova tendenza. Se poi ci aggiungiamo che le coppie che intendono separarsi, possono farle anche senza avvocato, allora ecco che il risparmio è netto. In questo caso, basta depositare il ricorso al tribunale e oppure firmare un accordo di separazione in Comune in presenza di un ufficiale.