Si preannuncia un’estate 2023 torrida con caldo e siccità da record. Ecco le prime proiezioni meteo stagionali del Centro Europeo per le previsioni metereologiche. Si tratta di proiezioni per cui non è detto che tali dati siano certi al cento per cento. La tendenza negli ultimi anni è però quella dell’aumento delle temperature e dell’assenza di precipitazioni.

Dopo un inverno anomalo con temperature in alcune città più basse rispetto alla media, ci si attende però l’ennesima estate con un caldo stratosferico.

Le belle estati di una volta sembrano sparite insieme all’anticiclone delle Azzorre che si è perso oramai in mezzo all’oceano Atlantico.

Predomina infatti nelle nostri estati l’anticiclone africano a causa del quale ogni anno si assiste a ondate di caldo sempre più lunghe e pesanti. La colpa è del cambiamento climatico che oramai è in atto da qualche decennio. Se non si farà qualcosa adesso per contrastare la crisi climatica, la siccità rischierà di diventare una piaga globale.

Proiezioni meteo

Anche per quest’estate dovremo dire addio all’anticiclone delle Azzorre, quello che porta un po’ di freschezza durante le estati roventi. Sarà, infatti, sempre meno protagonista delle nostri estati a differenza di quello africano a causa del quale si avranno ondate di caldo sempre più intense e durature.

Tra luglio e agosto, le proiezioni meteo del Centro Europeo ci dicono che potrebbe rafforzarsi il campo di alta pressione di origine africana nel Mediterraneo. La conseguenza è che le temperature saranno di 5-6 gradi oltre la media soprattutto nelle regioni del Centro Nord. Purtroppo il caldo forte potrebbe interessare tutta l’Europa fino alla Russia.

Quali rischi?

Dalle proiezioni meteo per l’estate 2023 emerge che c’è il rischio concreto che vi siano ondate di calore ripetute che arrivano dall’Africa. Potrebbero esserci picchi di temperature anche oltre i 35 gradi che con il forte tasso di umidità potrebbero anche arrivare a più di 40 gradi in alcune città.

Ovviamente tali fenomeni potrebbero provocare seri danni non solo alla salute umana ma anche all’ecosistema per la siccità prolungata.

Intanto la Noaa ovvero l’agenzia statunitense che si occupa di dinamiche atmosferiche/oceaniche ha annunciato che le acque di superficie dell’Oceano Pacifico sono diventate più calde. Questo, oltre ogni aspettativa, per cui inizia a verificarsi il fenomeno de El Nino. Non è assolutamente una buona notizia perché esso consiste in un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche. Riguarda poi una zona molto estesa del globo per cui può condizionare il clima di tutto il pianeta.

Secondo le ultime misurazioni, le acque superficiali dell’Oceano Pacifico registrano un’anomalia al momento di 0,3 gradi. Significa che El Nino è ancora debole. Se però la temperatura dovesse salire oltre la soglia di 0,5 gradi centigradi, come comunica Ilmeteo.it, allora potrebbero esserci gravi conseguenze anche per il nostro continente. El Nino è infatti correlato a una maggiore attività dell’anticiclone africano. Le conseguenze potrebbero essere ondate di calore con punte anche sopra i 40 gradi, forte siccità soprattutto al CentroSud ed eventi meteo estremi.

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