Mentre infuria il dibattito politico sulla direttiva europea riguardo alle case green, facciamo il punto della situazione nel nostro Paese. In tanti ancora temono che dovranno ristrutturare casa a costi alti, ma per adesso non sembra una cosa certa. Gli aspetti più controversi sono due: da una parte l’immane sforzo organizzativo e i relativi costi per la riqualificazione del patrimonio immmobiliare nazionale, dall’altro il rischio che le case che appartengono alle classi energetiche peggiori vedano crollare il proprio valore.

In quest’ultimo caso, più che un rischio si dovrebbe parlare di certezza. C’è poi un altro dato certo. Ad oggi, e ripetiamo ad oggi, è impensabile una riqualificazione di tre quarti degli immobili residenziali del nostro Paese da qui ai prossimi dieci anni. È impensabile per mancanza di materiali, di fondi e non ultimo di imprese.

Case green: a quanto ammonta il divario con le abitazioni dalle classe energetiche peggiori

Man mano che gli anni passano, più cresce la differenza di valore in base alla classificazione energetica dell’immobile. Non ci vuole la scienza per capire che le case di classe A e B stiano acquisendo un valore maggiore rispetto agli immobili di classe G. E non è una situazione momentanea, anzi, è destinata a caratterizzare il mercato immobiliare italiano da qui ai prossimi anni. Sia con l’approvazione o meno della direttiva. Secondo il più recente rappoto su casa e famiglie, per più di un italiano su tre che cerca casa la classificazione energetica alta del nuovo immobile è la caratteristica più importante. Il motivo è semplice: da un lato cresce l’attenzione verso l’ambiente che ci circonda, dall’altro il caro energia spinge numerose famiglie italiane a trovare una soluzione drastica.

I casi di Milano e Roma

Il divario di prezzo tra le case con migliore classe energetica (A, B e C) e quelle di classe inferiore (E, F e G) dovrebbe attestarsi nel prossimo futuro intorno al 25%.

A maggior ragione se le regole presenti nella direttiva dell’Unione europea saranno particolarmente stringenti. Ecco perché sarebbe importante approfittare del superbonus, con la detrazione fissata al 90%.

Qualche numero ora. Nelle aree di maggiore pregio a Milano, il divario si attesta intorno al 21,8%, per salire oltre il 26% in periferia. A Roma la situazione è la seguente: 22,4% in periferia, 11,4% nei più importanti quartieri della capitale. Per non parlare di Torino, con il capoluogo piemontese che ha la percentuale più alta (pari al 34,7%). Ed è quasi certo che il divario possa aumentare ancora nei prossimi anni. Il motivo? Aumento di materie prime, spese per i trasporti e stipendi. A questi poi si aggiungono gli aumenti degli interessi bancari.