Non si placano le polemiche intorno alla scelta del Garante per la privacy di bloccare ChatGPT in Italia. C’è però chi ha una visione alternativa e ci parla non di vero e proprio blocco, ma di autotutela da parte della stessa OpenAI, la compagnia che ha sviluppato l’intelligenza artificiale di cui tanto si discute.

ChatGPT in Italia, un punto di vista alternativo

Altro che blocco italiano, lo stop a ChatGPT in Italia era già in nuce nella regolamentazione stilata dalla stessa OpenAI.

Secondo l’avvocato Massimo Lualdi la decisione del Garante non solo era necessaria, ma addirittura automatica, visto come viene presentato il software dalla stessa azienda che lo ha sviluppato. Cosa vuol dire tutto ciò? Significa che OpenAI ha optato per una sorta di autotutela relativa al diritto della privacy al fine di evitare possibili sanzioni, e di conseguenza la scelta del nostro paese è risultata essere una decisione naturale. Lualdi vede quindi il nostro paese come un pioniere, il quale sarà seguito a breve dagli altri paesi che adotteranno in poco tempo la medesima scelta.

Ovviamente, c’è chi non la pensa in questo modo e accusa lo stato di vedere i suoi cittadini come sudditi incapaci di gestire autonomamente le proprie scelte e distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Insomma, lo stop a ChatGPT in Italia è un’inibizione che sa di censura. Ma cosa ha deciso precisamente il Garante? In pratica una limitazione provvisoria dei dati personali degli utenti che vogliono accedere alla piattaforma sul territorio italiano. Non fornendo i dati l’accesso a tale sito è impossibile, quindi la conseguenza diretta è che non è più utilizzabile il servizio. Secondo l’avvocato, però, sarà la stessa OpenAI ad adottare a breve mosse ad hoc. Ciò al fine di rivedere le sue richieste relative ai dati personali degli internauti.

E a fare quindi in modo che la piattaforma torni accessibile.

Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale

Benché il tema sia estremamente controverso, è altrettanto vero che l’utilizzo così preponderante di intelligenza artificiale avrà importanti conseguenze, non necessariamente negative. Uno dei primi aspetti che i detrattori mettono in luce è quello relativo ai posti di lavoro. E al rischio di perderli. L’IA di GPT-4, l’ultima e più evoluta versione del software, sembra già in grado di sostituire gli umani in tante mansioni. C’è però anche chi fa notare come tale tecnologia avrà un impatto da 7 trilioni di dollari sull’economia mondiale. Con l’IA si avrà quindi un massiccio incremento della produttività lavoro e nei prossimi 10 anni un aumento del Più globale annuo del 7%.