C’è davvero il rischio mondiale di una crisi alimentare e di carestia se la guerra in Ucraina non si placherà. Anche Draghi ieri in conferenza stampa ha parlato di ciò. Se le cose continuassero a peggiore, ha spiegato, si dovrà cominciare ad entrare in una logica di razionamenti. Il problema è che se i porti ucraini del Mar Nero non riapriranno, si rischierà la carestia in molti paesi.
Crisi alimentare mondiale: cosa sta succedendo
Il rischio di una crisi alimentare si fa sempre più reale e la guerra rende la situazione ancora più esplosiva.
C’è davvero la possibilità di una crisi alimentare?
Il conflitto ha portato ad un aumento esagerato dei prezzi. A inizio febbraio, ad esempio, il future (che comprende anche le commissioni) sul prezzo del grano era valutato 764 dollari al bushel, il 6 marzo è salito a 1258 dollari con un aumento quindi del 40%. E la situazione è però destinata a peggiorare se il conflitto non si fermerà in quanto tanti prodotti potrebbero venire a mancare.
Svein Tore Holsether, Ad di Yara (il colosso dei fertilizzanti) ha spiegato che adesso il discorso non è se ci sarà una crisi alimentare ma quanto essa sarà estesa.
Draghi, intanto, in conferenza stampa ha spiegato che se la situazione dovesse peggiorare ci dovremmo abituare a razionamenti. Al momento, però, non siamo in questa situazione e per scongiurare tali ipotesi, ha spiegato, il governo prenderà dei provvedimenti. Ha spiegato poi che va subito affrontata la questione dei prezzi cresciuti e le insufficienze di materie prime. La sparizione temporanea dei mercati dei grani di Russia ed Ucraina, infatti, creerà seri problemi per i quali servirà approvvigionarsi in altre parti del mondo.
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