Il MEF ha pubblicato le statistiche relative alla dichiarazione dei redditi e alla dichiarazione Iva presentate lo scorso anno rispetto al periodo d’imposta 2021.

Nel comunicato stampa pubblicato ieri si legge che il numero totale dei contribuenti che hanno presentato le dichiarazioni dei redditi soggetti ad Irpef per l’anno d’imposta 2021 è pari a circa 41,5 milioni, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+0,8%). L’imposta netta totale dichiarata è pari a 171 miliardi di euro, in crescita del 7,4% rispetto al 2020, mentre il reddito complessivo totale dichiarato, composto per circa l’83,2% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, ammonta a oltre 912,4 miliardi di euro (47 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,5%) per un valore medio di 22.540 euro, in aumento del 4,5%.

Vediamo nello specifico quali sono le statistiche fornite dal MEF.

I dati del MEF sulle dichiarazioni dei redditi 2021

Circa 41,5 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione “Redditi Persone Fisiche” e “730” o, indirettamente, attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (Certificazione Unica – CU).

Il numero totale dei contribuenti è aumentato di oltre 316.000 soggetti (+0,8%) rispetto al 2020.

Sono 23 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730 con un aumento di oltre 427.000 contribuenti rispetto all’anno precedente; 8,9 milioni di soggetti hanno presentato invece il modello “Redditi Persone Fisiche”; i dati dei restanti 9,5 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto d’imposta.

Dichiarazione dei redditi 2021. Dove si guadagna di più?

Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 912,4 miliardi di euro (47 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,5%) per un valore medio di 22.540 euro, in aumento del 4,5% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente. La dinamica del reddito complessivo riflette l’aumento dei redditi da pensione, lavoro dipendente e lavoro autonomo.

Per quanto riguarda l’analisi territoriale, la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (26.620 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (25.680 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (16.300 euro); anche nel 2021, quindi, continua ad essere significativa la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.

Redditi da lavoro autonomo e da lavoro dipendente. Un confronto

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83,2% del reddito complessivo dichiarato; nello specifico, il reddito da pensione rappresenta il 30,2% del totale del reddito complessivo.

Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 60.520 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 24.130 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 21.500 euro, quello dei pensionati a 18.990 euro. Tale differenza è in parte spiegata anche dalla diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno di questi redditi. Nello specifico, i redditi riportati per i lavoratori dipendenti sono al netto dei contributi previdenziali, mentre i redditi da lavoro autonomo e d’impresa devono essere indicati al lordo dei contributi (il valore medio dei contributi riportati dai lavoratori autonomi e imprenditori è pari a oltre 8.700 euro).

Questi importi medi non includono i redditi degli oltre 1,7 milioni di soggetti (con un incremento del 6% rispetto al 2020) che hanno aderito al regime forfetario, che sono soggetti a tassazione sostitutiva e non rientrano nei redditi complessivi Irpef.

Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 19.480 euro. Si ricorda che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.

Il concetto di imprenditore” nell’analisi del MEF

Nell’analisi in parola, viene chiarito che per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria; inoltre la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di “datore di lavoro” in quanto la gran parte delle ditte individuali non ha personale alle proprie dipendenze.

Sarebbe pertanto improprio utilizzare i dati sopra riportati per confrontare i redditi degli “imprenditori” con quelli dei “propri dipendenti”. In termini di variazioni rispetto all’anno precedente, crescono i redditi medi da lavoro autonomo (+14,2%), i valori medi del reddito da partecipazione (+18,4%), del reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+25,4%) e del reddito d’impresa in contabilità semplificata (+20,8%).