Si torna a parlare di case green e obbligo di ristrutturazione. Oggi, 9 febbraio, è andato in scena un incontro per il voto alla commissione industria del Parlamento europeo alla direttiva Ue sulle performance energetica degli edifici (Epbd) per la riqualificazione energetica di tutti gli immobili a scopo residenziale. E’ arrivato quindi il via libera dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo. Nel mese di marzo, in seguito, il voto arriverà all’Assemblea plenaria. Dopo varie polemiche è stata raggiunta una modifica al testo.

Ossia raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e quella D entro il 2033, con l’obiettivo di arrivare alle zero emissioni entro il 2050.

Quali case dovranno essere ristrutturate e quando

La notizia ha fatto scalpore in Italia, proprio perché il patrimonio immobiliare italiano è popolato da una larga fetta di edifici ancorati alle vecchie classi energetiche. Quindi chi abita in una casa in classe G o F sarebbe obbligato a seguire dei lunghi lavori di ristrutturazione.
Ci sono, però, anche delle deroghe, riferite agli edifici di pregio artistico, quelli storici, quelli di culto. Ma anche le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati che non saranno obbligati alla ristrutturazione.

In più, grazie ad una deroga all’articolo 9 della direttiva che fino al 2037 con il principio di flessibilità permette di coprire fino al 22% dell’edilizia residenziale, si dovrebbe permettere agli Stati membri di informare l’Unione europea dei casi in cui non è fattibile tecnicamente il salto di classe energetica e quindi è lecito fermarsi al “livello che sarà tecnicamente possibile raggiungere”.

Direttiva case Green classe energetica D: novità

Secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), però, gli obiettivi saranno difficili da raggiungere in Italia. Servirebbero 630 anni per portare tutti gli edifici con le classi energetiche vecchie al passo successivo. Infatti, 11 milioni di case italiane sarebbero in classe energetica inferiore alla D.


Ad intervenire, però, sui dubbi italiani è stato il relatore per l’Europarlamento, Ciaran Cuffe, che ha parlato di disinformazione e del fatto che Bruxelles dirà agli Stati membri cosa fare ma ciò è lontano dalla realtà:

“Gli emendamenti adottati lasciano ampia flessibilità agli Stati per i loro Piani nazionali di ristrutturazione, che contribuiranno a creare lavoro e a mettere a disposizione dei cittadini europei case che consumano meno energia migliorando la qualità della loro vita”.

Si parla anche della divisione dell’Europa in quattro aree con diversi target di efficienza.
Di fatto, per effettuare l’adeguamento, è necessario un taglio dei consumi energetici di circa il 25%. Ciò sarà possibile con interventi edilizi come il il cappotto termico, la sostituzione di infissi, l’installazione di nuove caldaie a condensazione e pannelli solari.