L’emicrania è il cruccio di molte persone. Secondo i dati colpisce soprattutto le donne in 8 casi su 10 e spesso inizia prima dei 18 anni per il 42,1 per cento delle donne contro il 26 per cento degli uomini. L’emicrania è un mal di testa lancinante che interessa metà testa e spesso anche occhio e volto.
Emicrania, un mal di testa spesso sottovalutato
A spiegare che cos’è l’emicrania è Pietro Cortelli, Professore Ordinario di Neurologia, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, “L’emicrania rimane una malattia misconosciuta e sottotrattata a dispetto di una disabilità tanto grave e costi enormi. È una forma di cefalea idiopatica ricorrente, che si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore, caratteristiche cliniche di questa patologia sono la localizzazione unilaterale del capo, dolore pulsante, intensità media o forte, aggravamento con le attività quotidiane e associazione di nausea, vomito, fastidio al rumore e alla luce”.
Secondo una ricerca svolta dal Censis, “Vivere con l’emicrania”, che ha preso in considerazione 695 pazienti dai 18 ai 65 anni, molto spesso, questa patologia viene trascurata e inoltre si è posta l’attenzione sulla cefalea a grappolo, un’altra forma di cefalea primaria molto dolorosa.
Nuove cure all’orizzonte
Ma quanto dura ogni singolo attacco? Se non viene curato subito la durata varia tra le 24 e le 48 ore nel 46% dei casi e più di 48 ore del 34%.
L’emicrania si manifesta con dolore e questo è l’aspetto peggiore per l’81,7 per cento delle donne e il 72,4 degli uomini. Ci sono poi stanchezza, mancanza di energie, riduzione delle attività sociali a cui conseguono problemi sul lavoro per il 39,7% delle donne oppure nella gestione della casa per il 36,3%. Addirittura un 18% lamenta difficoltà nella gestione dei figli.
Molto spesso i sintomi, ma anche i costi sociali di questa patologia, sono sottovalutati, anche perché non si distingue dal semplice mal di testa che si risolve nel giro di poco tempo, e spesso chi ne soffre vive una vita invalidante. Per molti anni l’emicrania è stata curata con i noti triptani ma ultimamente sono arrivati i primi anticorpi monoclonali anti-CGRP che prevengono l’attacco acuto. Si tratta, in sostanza, di una profilassi per evitare l’attacco e vengono somministrati mensilmente per via sottocutanea.
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