Con la guerra Russia-Ucraina, iniziata stanotte con l’attacco russo, a rischio ci sono anche i mercati finanziari. I prezzi delle materie prime sono in rialzo e la conseguenza è che le società occidentali potrebbero vedere i loro profitti a rischio. Ma quali sono queste aziende secondo Reuters?

Le aziende che rischiano dopo l’attacco della Russia in Ucraina

L’azienda inglese BP nel settore energetico, possiede una partecipazione del 19,75% nella compagnia petrolifera russa Rosneft. Anche Shell, avrebbe una partecipazione del 27,5% nell’impianto russo di gas Sakhalin 2, oltre a delle joint venture con Gazprom.

Nella lista di Reuters si trova anche la norvegese Equinor e la società energetica statunitense Exxon, insieme all’esploratore statale indiano Oil and Natural Gas Corpdetiene.

A rischio anche banche, automotive e grande distribuzione

Ad avere pesanti ripercussioni anche le banche. Secondo la Banca dei regolamenti internazionali, a rischiare di più sono le banche francesi e austriache ma anche le banche americane e quelle giapponesi e tedesche, che come prestatori occidentali contano da 24 miliardi a 8 miliardi. Tra i grandi nomi la Raiffeisen Bank International e la Unicredit, che dalla controllata russa ha ricavato il 7%. Da segnalare anche la Société Générale.

Altri settori a rischio sono l’automotive, con Renault che più di tutti è a rischio, la catena tedesca Metro nella grande distribuzione e il produttore di birra danese Carlsberg. Questo possiede Baltika, un grande produttore di birra russo che conta una quota di mercato di quasi il 40%. La lista delle aziende a rischio, però, potrebbe aumentare nel corso dei giorni e lo scenario attuale non è affatto positivo. L’inizio della guerra ha fatto crollare le borse, i bitcoin e causato un aumento del prezzo del gas di oltre il 130%, il tutto in pochissime ore dall’attacco.

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