Sono millenni ormai che diamo misura alle cose attraverso il denaro e gli affari sono da sempre il modo migliore per raggiungere determinate strategie economiche. Ma cosa c’entra tutto questo con l’intelligenza artificiale? In realtà, come ogni cosa che ruota intorno agli affari economici umani, anche la tecnologia (sicuramente più della scienza) è legata a certi interessi. Ed ecco che una teoria, secondo la quale l’AI non è una vera e propria novità del nostro tempo, prende piede.

Scoperta tecnologica o marketing?

Inquadriamo subito la cosa: l’intelligenza artificiale è un grande bluff, un fenomeno del marketing per far soldi.

Questa è una teoria che si muove intorno all’avvento dell’AI generativa. I guadagni di OpenAI con ChatGPT sono sotto gli occhi di tutti, ma di certo non giustificano la teoria in questione. È naturale che ogni scoperta porti anche dei vantaggi economici al suo scopritore. Nell’epoca moderna, il termine intelligenza artificiale è stato coniato nel 1955 da John McCarthy. Ciò significa che il concetto era già presente da decenni. Nel 1996 un computer sconfisse il campione di scacchi Garry Kasparov. Il computer, chiamato all’epoca Deep Blue, utilizzava calcoli bassati sul machine Learning, proprio come accade oggi.

Cosa è cambiato quindi da alcuni decenni a questa parte? Perché oggi invece i media ci bombardano con il fatto che ci troviamo di fronte a una tecnologia che sta per soppiantare le potenzialità intellettive umane? Stando a questa teoria del grande bluff, assolutamente nulla, se non che oggi queste macchine hanno maggiore capacità di immagazzinare dati. A conti fatti, dunque, si tratta di una questione quantitativa, e non qualitativa. Facciamo un paragone per capire meglio questo concetto. Oggi l’Homo Sapiens Sapiens, cioè noi, non è diverso da quello di 10 mila anni fa. Eppure non possiamo certo affermare che non ci siano differenze tra l’uomo di oggi e l’essere umano di allora.

Si tratta però di differenze quantitative, cioè relative al fatto che abbiamo più informazioni, le quali ci hanno permesso di sviluppare nuove culture e un diverso modo di vivere.

Intelligenza artificiale, un fenomeno di marketing

Siamo nel bel mezzo di una vera e propria rivoluzione. Con l’intelligenza artificiale si è scatenata una corsa all’oro e diverse nazioni stanno cercando di creare nuovi modelli tecnologici per dominare il mercato. Il quadro geopolitico è cambiato e i Paesi predominanti hanno necessità di affermare il proprio predominio sul pianeta. Naturalmente, già che determina il successo di tutto ciò sarà l’economia. Ed è in questa ottica che va inquadrata la teoria secondo la quale l’intelligenza artificiale non è altro che una grande mossa di marketing per ridisegnare l’assetto geopolitico del nostro pianeta. Concettualmente infatti la tecnologia che prende il nome di intelligenza artificiale non è realmente cambiata rispetto a qualche decennio fa. Con l’avvento dei computer abbiamo da decenni calcolatori in grado di esaminare i dati a loro disposizione.

Oggi semplicemente hanno una capacità di calcolo migliore, ma ciò non significa che tale capacità sia da potersi comparare con l’intelligenza umana. Quali sono i quattro livelli di intelligenza artificiale? Il primo è la capacità di di reazione delle macchine. Il secondo è la memoria limitata. Il terzo è l’essere dotate di sistemi con una propria  coscienza (teoria della mente). Il quarto riguarda sistemi di autocoscienza e consapevolezza di sé. Ebbene, secondo l’attuale tecnologia siamo ancora soltanto al secondo stadio. Oggi la memoria, che comunque è limitata, ci appare come illimitata grazie al grande potenziamento dei big data. Una memoria che però ci sembra quasi illimitata non ci permette di approdare al terzo stadio, ossia un’intelletto capace di acquisire una propria coscienza.

I vantaggi economici di una tale evoluzione sono già evidenti.

Del perché poi si sia scelto proprio questo momento per lanciare un tale bluff, beh, questa potrebbe essere una questione relativa al quadro geopolitico al quale abbiamo accennato poco sopra. Ma affrontarlo ora ci porterebbe in meandri nuovi che esulano da questo articolo, e che certamente meritano di essere approfonditi con un approfondimento a parte.

I punti chiave…

  • secondo una teoria, l’intelligenza artificiale è un fenomeno di marketing;
  • tale teoria sostiene che l’AI esiste ormai da decenni e che nessun vero step è stato fatto oggi;
  • lo strapotere dell’AI sarebbe quindi solo un’invenzione per ridisegnare gli equilibri geopolitici del pianeta.