Anche intel si tuffa nel campo dell’intelligenza artificiale. E come non potrebbe fare altrimenti il colosso statunitense? Lo sviluppo è stato affidato ad Argonne national laboratory (Anl) il quale sta cercando di creare un’AI generativa capace di immagazzinare un flusso enorme di informazioni e aiutare la ricerca scientifica.

Arriva AuroraGPT

Dopo il grande successo di ChatGPT, con OpenAI che ha fatto incetta di guadagni, ora tutte le altre aziende che operano nel settore tech hanno scoperto che c’è una gallina dalle uova d’oro pronta per farne altre.

Ed ecco che l’intelligenza artificiale si sta trasformando in una nuova all’oro che ci investe tutti. Il sistema, chiamato AuroraGPT, sarà addestrato usando oltre mille miliardi di parametri e informazioni provenienti da testi, codici, studi e articoli accademici pubblicati in tutto il mondo. Quindi l’intenzione di Intel è quella di trasformare la sua creatura in un vero e proprio raccoglitore di informazioni, capace poi di dispensare tutto ciò che ha imparato nei vari settori in cui verrà impiegata.

Il supercomputer in questione sarà alimentato dalle gpu Ponte Vecchio di Intel, che garantiscono una potenza di elaborazione di oltre mezzo exaflop. Questo super cervello elettronico sarà quindi in grado di archiviare, classificare, analizzare e altro ancora una serie praticamente infinita di dati offrendo poi risposte in pochi secondi grazie alla sua enorme capacità di calcolo. Il tutto si traduce per l’uomo in un incredibile risparmio dei tempi di ricerca. Attualmente il progetto sta vivendo le sue prime fasi di test per quanto riguarda il comparto hardware. In pratica, si sta procedendo ad addestrare la macchina. Una volta completata questa fase, AuroraGPT sarà lanciato online come interfaccia chatbot.

Intelligenza artificiale servita da Intel

Stavolta il piatto ce lo offre Intel. Lo scopo, come detto, è quello di favorire la ricerca scientifica.

Si tratta di un settore che certamente può beneficiare molto dei progressi tecnologici aperti dall’Intelligenza artificiale. Del resto, scienza e tecnologia da sempre precedono a braccetto, e spesso le scoperte di una vanno a favorire lo sviluppo dell’altra. In pratica, questo nuovo modello di intelligenza artificiale generativa verrà utilizzato in campo scientifico per ridurre praticamente quasi a zero il tempo di ricerca da parte degli scienziati. Si aprono nuove opportunità all’orizzonte, in questo senso. Secondo Nature si tratta di un prospettiva fondamentale e l’aveva annunciata già nel 2021 in una sua pubblicazione:

“l’AI consente a scienziati e imprenditori di lavorare in modo più efficiente ed efficace, l’intelligenza artificiale sta liberando un potenziale non sfruttato e sta gettando le basi per una nuova ondata di scoperte tecnologiche che cambieranno il mondo come lo conosciamo”.

Eppure c’è chi parla ancora di possibili rischi. È la stessa Nature a sottolineare albe problematiche etiche. In un articolo di settembre infatti scriveva tali risultati potrebbero essere errati, oppure non riproducibili, o anche basati su informazioni sbagliate. Ancora una volta si pone lamento sulla necessità di regolamentare questi pacchetti che offrono intelligenza artificiale per diversi scopi. A proporre tale iniziativa ci ha pensato di recente anche l’AI Act, un report che si sta affrontando proprio all’interno della comunità Europea e che dovrebbe dare delle regole precise su come utilizzare tali software, ma soprattutto su come crearli, al di là degli interessi dei produttori.

I punti chiave…

  • Intel sta lavorando alla sua personale intelligenza artificiale;
  • Si chiamerà AuroraGPT e sarà una chatbot che darà risposte in pochi secondi;
  • Verrà utilizzata nel campo della ricerca scientifica.