A luglio, in piena esplosione ChatGPT, ha fatto la sua scelta e a quanto pare è stata vincente. Stiamo parlando di Suumit Shah, amministratore delegato di una startup indiana, il quale si è servito dell’intelligenza artificiale per sostituire praticamente quasi tutti i suoi dipendenti. 23 persone sono finite in mezzo a una strada, ma l’azienda ha fatto finalmente quadrare i suoi conti e ora è in attivo.

Una scelta difficile, ma vincente

Bisogna purtroppo guardare in faccia alla realtà, l’intelligenza artificiale alla fine sostituirà l’uomo in molte professioni.

E in realtà è quel che già sta accadendo. Ci sono esempi ormai tangibili a riguardo, tra questi il caso di una startup indiana che si occupa di ecommerce e che offre un servizio di assistenza clienti tramite call center. È bastato il lavoro di un singolo operatore per creare una chatbot e sostituire i 23 dipendenti che rispondevano agli utenti per offrire loro assistenza. In pratica, Suumit Shah, Ad della startup in questione, ha licenziato il 95% del suo personale sostituendolo con una chat sviluppata con l’intelligenza artificiale generativa. Non solo ha risparmiato gli stipendi che offriva al personale, ma ora il lavoro è anche più veloce ed efficiente.

L’Ad in questione aveva annunciato la sua decisione nel luglio scorso con un Tweet e parlava di una scelta difficile ma necessaria:

“Visto lo stato dell’economia, le startup danno la priorità alla redditività piuttosto che agli sforzi per diventare unicorni (superare un miliardo di dollari in valutazione), e lo stesso vale per noi”.

Shah essenzialmente sottostà a quelle che sono le leggi di mercato e basa come tutti gli imprenditori il successo della sua azienda sul fatturato. Entrate e uscite sono fondamentali per chi fa il suo lavoro. In questo modo i costi dell’assistenza clienti sono scesi dell’85%. Per una piccola startup si tratta di un dato cruciale e ora la sua azienda può guardare a nuove prospettive sicuramente più rosee.

Oltre all’obiettivo di diventare unicorno, c’è infatti anche quello di assumere nuovo personale. Naturalmente, in questo caso di tratterà di figure completamente diverse che si andranno a integrare con l’intelligenza artificiale inserita. Parliamo quindi di ingegneri, esperti di marketing e addetti vendita.

Intelligenza artificiale, il caso della startup indiana

L’idea di Shah è chiara e semplice. Immagina un futuro in cui umani e intelligenza artificiale lavorino insieme, ognuno facendo quel che sa fare meglio. Per quanto riguarda invece l’assistenza clienti tramite call center, è ormai chiaro che tale figura è destinata a sparire. Lo stesso Ad ha dichiarato:

“Per me è stato ovvio sostituire l’intero team con un bot, è praticamente 100 volte più intelligente, istantaneo e mi costa circa l’1% di quanto pagavo il team di supporto”.

In sintesi, l’idea dell’amministratore delegato è che presto spariranno tutti quei lavori che si basano sul copia e incolla, ossia dare risposte ai clienti che una chatbot può fare tranquillamente. Molti call center infatti offrono un servizio di assistenza bassato semplicemente su dinamiche di dialogo preimpostate, ossia rispondono sempre allo stesso modo, visto che sostanzialmente le problematiche riscontrate dai clienti vertono sempre sulle medesime questioni, conosciute già a priori.

Benché è chiaro che l’intelligenza artificiale non potrà sostituire tutte le figure professionali, ChatGPT ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora e determinate professioni sono chiaramente a rischio. secondo gli esperti si tratta comunque di un problema non da poco. India e Filippine per esempio sono paesi dove vivono milioni di operatori di call center. Pensare di sostituirli tutti con l’IA potrebbe generare danni gravissimi all’economia. C’è però chi si spinge anche oltre e profetizza che anche molti programmatori vedranno il loro lavoro sparire nel giro di qualche anno.

Ad ogni modo, possiamo fare un piccolo esperimento per capire che alla lunga tale sistema potrebbe essere un boomerang pericoloso: con milioni di persone licenziate, le stesse aziende non potranno più vendere i loro prodotti, poiché non ci saranno più persone adeguatamente ricche a comprarli (avendo perso il lavoro). Ciò significa che in breve tempo questa situazione potrebbe essere controproducente.

I punti chiave…

  • startup indiana licenzia il 95% del suo personale e decolla nel fatturato;
  • l’intelligenza artificiale ha sostituito gli operatori di call center, permettendo all’azienda di risparmiare l’85% dei suoi costi precedenti;
  • benché le aziende al momento ci guadagnino, secondo gli esperti la perdita del lavoro di molte persone provocherà gravi problemi all’economia.