Ci sarebbero da fare i salti di gioia, e invece non è così. L’intelligenza artificiale di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT e ha dato vita a un vero e proprio fenomeno rivoluzionario, ha fatto proprio il botto. La startup guidata da Sam Altman è stata costretta a sospendere le iscrizioni all’abbonamento Plus. Un problema non da poco che si è creato poiché i dirigenti non avevano previsto una tale popolarità.

Quando il troppo stroppia

È proprio il caso di dirlo, a volte il troppo stroppia.

L’abbondanza esagerata di iscrizioni all’abbonamento Plus ha messo in affanno OpenAI. Tutti vogliono l’intelligenza artificiale di ChatGPT e il risultato è che ora OpenAI è in difficoltà. Il già citato CEO dell’azienda ha infatti affermato: Il recente aumento dell’utilizzo della nostra IA ha superato le nostre capacità”. Una sintesi chiara e pulita che ci fa capire quanto sia stato grande il successo della loro invenzione, ma che allo stesso tempo tale successo ha superato le loro capacità di gestirle. Che sia una metafora dell’intelligenza artificiale lanciata? Da tempo esperti e intellettuali stanno affermando che una tecnologia del genere rischia di andare fuori controllo e fare gravi danni al mondo. Ora la stessa OpenAI, per altri motivo, si sta rendendo conto di non riuscire a controllare la sua creatura.

Ma facciamo chiarezza procedendo per ordine. Quando parliamo di ChatGPT parliamo di una piattaforma che offre svariate applicazioni grazie all’AI generativa sviluppata. ChatGplus è un servizio in abbonamento che costa 20 dollari al mese (più le tasse) e offre le capacità più avanzate del software. A quanto pare, tutti ormai sono stati catturati da tale offerta, tanto che sono arrivate richieste di abbonamento non calcolate, cosa che ha messo in serio affanno la gestione da parte di OpenAI. “L’aumento dell’utilizzo [dell’utilizzo di ChatGpt] in seguito al DevDay ha superato le nostre capacità e vogliamo assicurarci che tutti abbiano un’esperienza ottimale” ha scritto Sam Altman sul social network X (ex Twitter).

Intelligenza artificiale fuori controllo

I guadagni di OpenAI con ChatGPT sono stati davvero incredibili quest’anno, ma ora la stessa azienda ha deciso di metterci un freno. Nel suo post si X il CEO fa riferimento al DevDay dedicato agli sviluppatori, in cui sono state annunciate importanti novità. L’evento si è svolto il 6 novembre scorso e ha fatto sapere agli interessati che ora il software è in grado di creare AI personalizzate, le quali sono in grado di svolgere compiti più semplici. Ciò significa che gli utenti possono creare la loro personale AI per i compiti che più ritengono utili. Queste funzioni personalizzate sono state chiamate semplicemente GPT e in futuro verranno raccolte tutte in uno Store apposito. La novità ha fatto drizzare le orecchie agli interessati, i quali si sono fiondati a sottoscrivere un abbonamento.

A quanto pare però i server devono non aver retto alla folle richiesta di iscrizioni e per questo motivo l’azienda ha deciso di sospendere momentaneamente il servizio. Naturalmente, OpenAI sta lavorando affinché tale servizio risulti sempre più performante e, per evitare problemi agli abbonati già presenti, ha deciso di attendere tempi migliori, potenziando nel frattempo i server e proporre poi tra non molto un servizio più sicuro e affidabile. Se i guadagni sono tanti, è altrettanto vero che la spesa non è indifferente.

Secondo quanto riportato da The Information, OpenAI spenderebbe circa 700 mila dollari al giorno per far funzionare ChatGPT. A quanto pare questa spesa ora non basta più. Per tanto sarà necessario aumentare la spesa, ma il piano dell’azienda prevede naturalmente anche un ritorno di guadagni ancora più ampio. Per questo motivo pare sia pronta a quotarsi in borsa e la vendita delle sue azioni dovrebbe portare in cassa circa 86 miliardi di dollari.

I punti più importanti…

  • troppi abbonati al servizio Plus e i server non reggono;
  • OpenAI sospende gli abbonamenti di ChatGPT;
  • il successo della sua intelligenza artificiale è senza precedenti, e ora si pensa a nuove strategie per migliorarne la gestione.