È iniziata la fase di test per Theft Detection Lock (Blocco Antifurto con Rilevamento del Furto), il sistema basato sull’intelligenza artificiale messo a punto da Android 15 al fine di evitare il furto dello smartphone. La sperimentazione è partita in Brasile, Paese dove si registra al momento il più alto numero di furti di device di questo tipo. Ci sembra quindi una scelta più che sensata avviare i test nel paese carioca, ma in cosa consiste questo antifurto basato sull’IA?

Basta furti grazie all’IA

L’arrivo di Android 15, con tutte le novità annunciate a maggio, ha portato non poca attenzione intorno alla nuova creatura di Google.

Una delle caratteristiche più interessanti è questo blocco antifurto con rilevamento dei movimenti del device. Ed è proprio questa la caratteristica che fa del dispositivo in questione uno strumento particolarmente intelligente, ossia la sua capacità di rilevare i movimenti. I parametri che il sistema prende in esame infatti tendono a sottolineare le azioni inusuali, al fine di carpire se effettivamente è in atto un tentativo di furto (a dire il vero, se queste azioni sono in essere, allora è più corretto dire che il furto è già stato perpetrato). Ma quali son i parametri che l’intelligenza artificiale prende in considerazione?

Abbiamo più volte argomentato la questione dell’AI nel nostro tempo, con i media che ci hanno convinto del grande potenziale che la tecnologia mette ora a nostra disposizione. Benché molte startup stiano effettivamente facendo passi da gigante in questo settore, è altrettanto vero che molti intellettuali ci stanno avvertendo dei potenziali rischi. Inoltre, non mancano altri esperti i quali sostengono che in realtà i reali progressi dell’IA sono solo una piccola percentuale, mentre il grosso della novità è solo marketing /e noi la pensiamo allo stesso modo). Insomma, sostanzialmente il concetto di intelligenza artificiale, quello raccontato nei romanzi di fantascienza, con la macchina che raggiunge l’autocoscienza come un uomo, è mera utopia, mentre per IA oggi si intende solo una capacità di calcolo più alta, capacità di calcolo che comunque esiste da diversi decenni già.

Intelligenza artificiale in Android 15

Abbandoniamo però ora le questioni ontologiche sull’intelligenza artificiale e concentriamoci nuovamente sulla notizia in sé, ossia la capacità dell’AI di aiutare Android 15 a scongiurare i furti degli smartphone. I parametri utilizzati dal sistema sono, oltre ai movimenti inusuali del telefono, anche l’accessi a reti WiFi inusuali e la disconnessione dalla rete WiFi usuale. Se questi tre parametri vengono quindi rilevati e confermati, avviene il blocco del sistema.  A dire il vero, la notizia è poco approfondita e immaginiamo che Android 15, prima di bloccare il telefono, ci chieda un codice di verifica, una password o l’impronta digitale per essere sicura che lo smartphone non è effettivamente in nostro possesso.

Se infatti andiamo a casa di un nostro amico per la prima volta, saremo costretti ad effettuare un percorso mai fatto prima, sconnettere lo smartphone dalla nostra abituale connessione e, nel caso, connetterla al WiFi dell’appartamento del nostro amico. Ci sembra quindi stupido che il sistema blocchi tout court il device in una condizione del genere. Ad ogni buon conto, oltre a questo test, in Brasile Android 15 sta testando anche altre due novità, sarà possibile prenotare appuntamento con attività locali direttamente dai risultati di ricerca e messaggiarsi con le aziende tramite WhatsApp.

Riassumendo…

  • Google sperimenta il sistema antifurto degli smartphone con l’Intelligenza artificiale;
  • i test sono partiti in Brasile, dove si registra il maggior numero di furti;
  • il device si blocca se rileva movimenti sospetti sul telefonino.