Da decenni rappresentava uno scoglio quasi insormontabile per i matematici umani, ma per l’intelligenza artificiale è stato quasi un gioco da ragazzi aggirare il problema. Ecco la potenza dell’AI, ed ecco in che cosa può davvero esserci utile. Vediamo odi cosa si tratta.

Problema matematico risolto dall’AI

Una chatbot è riuscita a risolvere un problema matematico che affliggeva gli scienziati da decenni. Si tratta di un problema relativo alla combinatoria, un ramo della matematica famoso per essere particolarmente complesso.

La scoperta in questione è stata effettuata da alcuni ricercatori di Google guidati da Pushmeet Kohli, capo dell’AI per la scienza presso DeepMind di Big G. A quanto pare dunque il chatbot è riuscito a trovare una soluzione migliore di quelle finora proposte dai matematici umani. Dopo mesi a parlare di intelligenza artificiale, con intellettuali e ricercatori stessi che si sono divisi sui pro e i contro di tale tecnologia, arriva finalmente una notizia che potrebbe in teoria mettere tutti d’accordo.

Che l’intelligenza artificiale possa avere anche dei lati positivi, oltre a quelli negativi, è ormai cosa nota. È innegabile infatti che un calcolatore riesca in tempi più brevi e senza il rischio di errori a risolvere calcoli che la mente umana impiegherebbe molto di più a risolvere. Le capacità dell’AI in questo caso quindi non possono essere in discussione. Tutta la polemica inerente l’utilizzo di tale tecnologia era rivolta proprio al rischio che essa possa far perdere lavoro all’uomo. Si tratta di un processo inevitabile per alcune professioni, ma probabilmente è altrettanto evidente che tale tecnologia non potrà sostituire l’uomo in ogni sua attività lavorativa. Se si tratta però di calcoli ed equazioni, ecco che la macchina elettronica può fare meglio di noi, a patto naturalmente che l’uomo però gli abbia impartito le informazioni giuste per risolvere il problema.

Intelligenza artificiale, problema risolto

Il team di ricerca di Google utilizzato un modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) per risolvere il problema matematico in questione. Senza entrare troppo nel merito della questione matematica, il problema consiste nel trovare il più grande insieme di punti (nel gergo dei ricercatori chiamato “set di cappelli”) in una griglia ad alta dimensione. A complicare le cose è il fatto che in tale griglia nessun trip di punti giace su una linea retta. Più aumentano le dimensioni della griglia, più il problema si complica in maniera esponenziale. I ricercatori hanno utilizzato un nuovo algoritmo per il chatbot denominato FunSearch. Tale algoritmo coniuga due diversi programmi, il primo genera e suggerisce codici per gli sviluppatori, il secondo invece valuta proprio tali codici suggeriti.

Il primo programma si chiama Codey, e suggeriva le linee, mentre il secondo ne valutava la possibile soluzione. A quanto pare alla fine si è arrivati a offrire una soluzione che soddisfa di più rispetto a quelle presentate dai matematici negli ultimi decenni. FunSearch si è poi adoperato per risolvere un altro problema, stavolta di tipo informatico. Si tratta della questione del “bin parking”, ossia la facoltà di impacchettare gli oggetti nei contenitori in modo da ottimizzare gli spazi e utilizzare il minor numero di contenitori. Gli stessi ricercatori ammettono che FunSearch ha un utilizzo ancora limitato, ma è innegabile che tale tecnologia apre nuove possibilità all’interazione tra uomo e intelligenza artificiale e potrebbe essere sempre più utile in futuro per risolvere i problemi che non umani non riusciamo ancora a superare.

I punti chiave…

  • l’intelligenza artificiale riesce a risolvere un insormontabile problema di matematica;
  • il team di ricerca di Google si è concentrato sul cosiddetto problema del set di cappelli;
  • potremo servirci di tale tecnologia per migliorare l’interazione tra uomo e AI quando tale algoritmo sarà migliorato.