Ormai in tema di intelligenza artificiale c’è chi la spara sempre più grossa. C’è chi la definisce pericolosa e potenzialmente capace di estinguerci. Chi invece la accoglie come manna dal cielo. A parlare stavolta è Masayoshi Son, noto CEO di SoftBank, il qual sostiene che nel giro di 10 anni diventerà una AGI, ossia una IA Generale, capace di essere 10 volte più intelligente dell’uomo.

L’uomo superato da una macchina

Che l’uomo sia stato sostituito in passato dalle macchine è cosa ormai risaputa.

Oggi diamo per assodato che alcuni compiti siano svolti da strumenti digitali e meccanici, ma una volta ovviamente non era cosi. La questione sull’intelligenza artificiale è tornata in auge dopo che ChatGPT ne ha restituito una versione enormemente più performante. Ricordiamo che ora ChatGPT può navigare su internet, cosa che lo rende davvero super performante. Ma cosa ha detto precisamente Masayoshi Son in merito a una IA super potente e capace di superare l’intelligenza dell’uomo? Il CEO di SoftBank ha affermato che nel giro di un decennio avrà un’intelligenza superiore a quella dell’uomo:

“La AGI sarà dieci volte più intelligente della somma totale di tutta l’intelligenza umana. È sbagliato affermare che l’intelligenza artificiale non può essere più intelligente degli esseri umani poiché è creata dagli esseri umani. L’intelligenza artificiale ora apprende da sé, si allena e deduce proprio come gli esseri umani”. 

Ma non è tutto, visto che il ricercatore nipponico ha anche parlato di Super intelligenza artificiale, ossia una ulteriore evoluzione dell’IA generativa già predente oggi. Secondo lui tale step si verificherà invece nel giro di 20 anni. Addirittura sostiene che tale intelligenza supererà quella umana di un fattore 10000. Sarebbe interessante capire però se il CEO intende l’intelligenza come un mero procedimento di calcolo, oppure gli attribuisce anche capacità di discernimento che lo portano all’autocoscienza.

Intelligenza artificiale superiore all’uomo

Parafrasando l’evoluzionismo darwiniano, probabilmente l’intelligenza è semplicemente la capacità di adattamento alle contingenze. La conservazione della specie in sostanza è appunto ala capacità di preservare la propria esistenza adattandosi a quelle che sono le esigenze del momento. Lo fanno gli animali e lo fa anche l’uomo. Entrando più nel merito del concetto, ogni uomo è più intelligente quanto meglio si adatta al proprio ambiente e ne diventa protagonista, al fine di ottenere ciò che vuole. Probabilmente però l’intelligenza non è propriamente questo, in quanto in realtà l’esistenza ha troppe variabili per essere ridotta alla sola determinazione e volontà di un singolo individuo. Ad ogni buon conto, l’affermazione del CEO di SoftBank sembra alquanto pretenziosa, poiché probabilmente non prende in considerazione anche altri fattori.

L’uomo è in grado di distinguere tra bene e male per processi cognitivi che comprendono coscienza, volontà, desiderio e soprattutto sensazioni. In che modo un robot potrà divenire a queste riflessioni? Certo, l’uomo potrà indurle attraverso il software, ma allo stesso modo sarà comunque opera della nostra specie indirizzare l’intelligenza artificiale verso questi processi intellettuali. Ciò non toglie che Masayoshi Son è sicuro del fatto suo:

“Dobbiamo pensare a cosa dovremmo fare quando arriverà questo mondo”. 

Alla conferenza ha partecipato anche Rene Haas, CEO di ARM. Anch’egli condivide le sue impressioni, ma pensa che ci vorrà un po’ più di tempo, in quanto 10 anni sono forse un po’ troppo pochi.

I punti salienti…

  • secondo il CEO di SoftBank l’intelligenza artificiale arriverà a superare quella umana;
  • ci vorranno circa 10 anni per raggiungere questo obiettivo;
  • il prossimo step sarà la super intelligenza, probabilmente una sorta di onniscienza che arriverà nel giro di un paio di decenni.