Far soldi è un po’ il sono di tutti, ma quando si parla di cryptovalute l’argomento può diventare a dir poco complesso. Se poi a tale tematica si aggiunge anche l’intelligenza artificiale con le sue reti neurali, allora ecco che la cosa si fa ostica un po’ per tutti. Per fortuna ci sono piattaforme che utilizzano proprio le nuove tecnologie per semplificare le cose. Tra queste c’è Hodlie, che utilizza la sua AI allenandola con miliardi di dati.

L’intelligenza artificiale per investire

Conoscere il mondo delle cryptovalute è affascinante quanto complesso, e spesso la paura di molti non esperti è quella di finire nella morsa delle truffe online, cosa che effettivamente capita spesso.

Ci sono poi i maestri del settore, i quali possono invece permettersi di fare trading e altro. Di recente si sono poi aggiunti i maghi della tecnologia e, a tal proposito, Gianluca Sommariva, Ceo di Hodlie, ha spiegato il funzionamento della sua piattaforma: “Usiamo sistemi neurali supervisionati che vengono allenati con miliardi di dati. La piattaforma è  in grado di cogliere la rilevanza di variabili quali il flusso di notizie”. Naturalmente, è fondamentale offrire dati precisi e affidabili per permettere all’AI di svolgere al meglio il proprio compito.

Ma per quale motivo dovremmo usare l’intelligenza artificiale per investire nelle cryptovalute? La risposta è semplice e ce la offre lo stesso Sommariva: “Perché si tratta di asset che vengono scambiati ventiquattrore su ventiquattro e, ad oggi, sono ancora instabili. Quindi l’essere umano può essere negativamente influenzato dalla sua irrazionalità”. Il cervellone elettronico esamina l’andamento dei Bitcoin e delle altre crypto, ma anche l’andamento dei mercati azionari e altro ancora. Insomma, un lavoro enorme che ormai l’essere umano non è più in grado di fare senza incappare in qualche errore.

Cryptovalute, l’AI ci aiuta a investire meglio

Il lavoro della piattaforma è quello di analizzare i dati presentati e offrire poi un output, ossia una previsione degli scenari che arriveranno al variare di questi dati offerti.

In questo modo avremo quindi maggiori informazioni sull’asset di nostro interesse e decideremo con maggior contezza se acquistarlo o venderlo. Una delle cose più interessanti però è la capacità della macchina di “sentire” e interpretare il flusso di notizie. Con tale flusso si intendono proprio gli avvenimenti nel mondo che possono modificare il mercato economico e finanziario, come ad esempio le possibili ripercussioni di un attacco di Israele all’Iran. Gli stessi esperti di Hodlie parlano proprio di sentimento della macchina, ossia quel sentire che la piattaforma interpreta come avvenimento relativo agli scenari previsti da un determinato flusso di notizie.

A tal proposito, la macchina offre tra valori specifici, ossia appunto il sentimento, cioè quanto è positiva o negativa la notizia, l’impatto, ossia quanto è importante rispetto a una variazione di mercato e infine la confidenza, ossia il rapporto della stessa macchina con i due output precedenti (sentimento e impatto). In sintesi, la prima informazione ci dice se la notizia è positiva o negativa, la seconda info ci dice che impatto può avere sul mercato (ad esempio sull’andamento dei Bitcoin), la terza quanto la sua previsione sia affidabile. Nel caso specifico, ossia nelle ore successive all’attacco dell’Iran a Israele, Bitcoin ha infatti perso il 10%.

L’uomo sbaglia, la macchina no?

La finanza comportamentale ha dimostrato che la teoria dell’homo economicus è alquanto fallace. L’essere umano infatti è “viziato” da troppe caratteristiche le lo inducono all’errore e non è quindi in grado di decretare perfettamente perdite e profitti delle sue attività economiche e finanziarie. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale quindi potrebbe sostituire l’uomo anche in questo e prendere per lui le decisioni difficili, come ad esempio quelle di investire sulle cryptovalute.

Ma siamo sicuri che la macchina non possa commettere errori in questo settore? È ancora una volta Sommariva ad offrire la risposta. In realtà, afferma il CEO, la macchina non è realmente intelligente (e qui si potrebbe aprire l’ennesimo discorso filosofico sul reale significato di intelligenza artificiale), ma semplicemente si limita ad eseguire i compiti per il quale è stata allenata. In sintesi, il lavoro dell’uomo sta all’inizio, ossia nella fase di input dei dati, e alla fine, ossia nel valutare se poi gli output della macchina siano convincenti. Ciò significa che, in caso di output errati, sarà sempre l’uomo ad aver compiuto l’errore, e non la macchina.

I punti chiave…

  • l’intelligenza artificiale ci può aiutare anche a investire nelle cryptovalute;
  • Hodlie è una piattaforma che permette proprio di analizzare gli asset e offrire output di mercato;
  • alla base della macchina c’è l’intelligenza artificiale che analizza i dati con una serie di nuovi parametri.