Il transaction agreement è ormai cosa fatta. Kkr e TIM hanno raggiunto l’accordo tanto atteso. L’operatore telefonico cede parte della sua rete ai super ricchi della società statunitense. Per chi non la conoscesse, Kkr è un operatore internazionale di private equity, specializzato nel segmento di leveraged buyout. Il termine è l’acronimo delle iniziali dei suoi fondatori, ossia Kohlberg, Kravis e Roberts.

Chi sono i miliardari del private equity?

I super ricchi che hanno messo mano all’operazione delle reti TIM sono Henry R.

Kravis, George Roberts e Jerome Kohlberg. I primi due sono cugini e alla fine degli anni 60 entrarono insieme nella Bear Stearns, una banca d’investimento statunitense ora non più attiva. Qui lavorarono sotto la guida del già citato Kohlberg e in breve tempo ne divennero soci. Col tempo iniziarono ad effettuare una serie di acquisizioni finanziarie, tra cui la Stern Metals. Nel 1976 ruppero con la loro società, la Bear Stearns, per fondarne una tutta loro, appunto la Kkr. Per farlo investirono 120.000 dollari del proprio capitale nella loro nuova azienda. I primi investitori in KKR includevano la famiglia Hillman e la famiglia Griffith (che sono anche grandi azionisti di MGM e Time Warner). Nel 1978, con la revisione dei regolamenti ERISA, il nascente KKR riuscì a raccogliere il suo primo fondo istituzionale con circa 30 milioni di dollari di impegni degli investitori.

Il grande colpo avviene nel 1987, quando la società riesce ad acquisire la RJR Nabisco grazie a una operazione di leveranged buyout, ossia con denaro preso in prestito dalle banche. Tale operazione risulta essere la più costosa in questo senso, visto che si tratta di ben 31,4 miliardi di dollari. L’operazione ebbe anche un grande impatto mediatico, visto che ispira un libro che poi divenne anche un film interpretato da Jonathan Price, Barbarians at the Gate. Per questo motivo, oggi il trio viene chiamato simpaticamente “i barbari”.

Insomma, stiamo parlando di tre grandi esperti nel far soldi, e certamente saprebbero darci non pochi consigli su come diventare ricchi.

Kkr e TIM, la nuova operazione

L’invidiabile successo dell’operazione tra Kkr e TIM potrebbe giovare a entrambi. Se da una parte i miliardari statunitensi si avvaleranno dell’acquisizione effettuata, dall’altra TIM potrà concentrarsi su altre operazioni con un nuovi fondi acquisiti. In una nota si legge che la transaction riguarda:

“il conferimento da parte di TIM di un ramo d’azienda – costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia – in FiberCop, società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame; e il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima, all’esito del predetto conferimento (FiberCop post conferimento Netco). Inoltre, il transaction agreement prevede che alla data del closing dell’operazione si proceda alla sottoscrizione di un master services agreement che regolerà i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi da NetCo a TIM e da TIM a NetCo a seguito del completamento dell’operazione”.

Il tutto dovrebbe completarsi nell’estate del 2024, il che comprende il conferimento della rete primaria e l’ottenimento dell’autorizzazione da parte dell’Antitrust. Ulteriori dettagli e specifiche non sono stati ancora comunicati. La nota infatti si conclude affermando che “la società non ritiene opportuno esprimersi sugli organi di stampa riservandosi di farlo nelle sedi opportune anche alla luce dei loro effetti sull’andamento dei corsi di Borsa”. Il valore dell’operazione è tra i 18 e i 22 miliardi di euro. Per TIM cambia sostanzialmente il sui operato, il quale non si concentrerà più sulla rete, ma sulla gestione dei servizi da offrire ai clienti.

I punti chiave…

  • Kkr e TIM concludono l’accordo per l’acquisizione della rete da parte del trio di miliardari statunitensi;
  • l’operatore telefonico si concentrerà quasi esclusivamente sui servizi per i clienti;
  • l’operazione è costata tra i 18 e i 22 miliardi di euro.