Finite le vacanze per molti italiani è tempo di tornare alle attività di sempre, tra cui il lavoro. Settembre, solitamente, è anche il mese in cui chi non lavora si mette alla ricerca di impiego. Già a luglio le assunzioni promettevano bene ma da settembre il mercato del lavoro potrebbe regalare ancora più sorprese. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, infatti, solo ad agosto, le imprese avrebbero attivato 293mila contratti di lavoro, 8mila in più rispetto ad agosto 2022.

1,3 mln di assunzioni in arrivo, quali sono i lavori più cercati

Guardando, invece, al trimestre agosto-ottobre, la previsione è di 1,3 milioni di assunzioni. Insomma, uno scenario tutto sommato positivo. Ma quali sono i settori in cui si assume di più? A dominare è sicuramente l’industria con 389 mila lavoratori tra agosto e ottobre, il manifatturiero con 247mila lavoratori. Ottime opportunità di lavoro si registrano per l’industria meccatronica, ma anche l’industria alimentare, bevande e tabacco. Si prevedono circa 49mila assunzioni nel settore delle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo e fino a 142 mila nel settore costruzioni.
Si cercano lavoratori anche nel settore turismo, con 20mila opportunità nel trimestre e nel settore dei servizi alle persone, commercio, e servizi operativi di supporto a imprese e persone.

Dove si fa fatica a trovare lavoratori

Si confermano anche alcune aree in cui non si trovano i lavoratori o comunque si fa fatica. Si va dall’ installazione e manutenzione, progettazione e Ricerca&Sviluppo e sistemi informativi. Le aziende hanno più difficoltà a trovare operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, tecnici in campo ingegneristico, fabbri, ferrai, costruttori di utensili, tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi , fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica e ingegneri.
Se il mercato del lavoro si muove e promette nuove assunzioni fino a ottobre, non bisogna dimenticare il ruolo dell’intelligenza artificiale che metterebbe a rischio 8,4 milioni di lavoratori in Italia, secondo quanto conferma Confartigianato.

In base alle stime, il 36,2% del totale degli occupati avrà una qualche ripercussione causata dall’avvio dell’intelligenza artificiale. Lombardia e Lazio saranno le regioni dove ciò si sentirà di più.

Nel report di Confartigianato legge che l’impatto sarà:

«inferiore di 3,3 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’Ia. Stanno peggio di noi Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4% di lavoratori in bilico e il Lussemburgo con addirittura il 59,4%, seguito da Belgio al 48,8% e Svezia al 48%»

Lavori più richiesti per l’autunno 2023: chi rischia di perdere il posto con l’intelligenza artificiale

Quelle più a rischio saranno le professioni amministrative o intellettuali come tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, ma anche dirigenti della PA, specialisti delle scienze commerciali e specializzati in ingegneria. Meno a rischio ci sono quelle professioni con una componente manuale ma non standardizzata. Come anticipato, la percentuale con più lavoratori in bilico si registra in Lombardia e Lazio, seguite da Piemonte e Valle d’Aosta. Nonostante tutto – come sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – va considerato che l’IA – “ è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana in modo da farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze”

Riassumendo

  • Le assunzioni previste fino a ottobre fanno ben sperare per il mondo del lavoro
  • Alcune figure risultano sempre più cercate, per altre rimane la difficoltà di reperimento
  • Un ruolo ce l’ha anche l’intelligenza artificiale
  • Infatti molti lavori subiranno l’impatto dei robot e delle nuove tecnologie.