È davvero triste la situazione dell’editoria nel nostro paese, e in estate il fenomeno si fa ancora più critico. I libri in estate sono uno sbiadito ricordo del passato. Una volta si leggeva sotto l’ombrellone, tra una nuotata e l’altra. Oggi invece si passano ore e ore con lo smartphone in mano e la letteratura ha perso ogni tipo di appeal. I numeri sono davvero sconvolgenti.

I numeri dell’editoria sono ai minimi storici

Abbiamo già visto come i numeri dell’editoria in Italia siano davvero ai miimi storici.

Solo i grandi distributori come Mondadori, Feltrinelli e pochi altri possono ancora vantare buone vendite, mentre tutti gli altri, compresa la piccola e media editoria fa una grande fatica e si affida costantemente ai cosiddetti lettori forti, quelli che leggono almeno un libro al mese e si appassionano a determinati generi. È su questi che i piccoli distributori si affidano per sopravvivere e per scongiurare la crisi, proponendo loro argomenti specializzati che tendono a catturare l’attenzione dei lettori più accaniti. Si tratta di una situazione che è ancora più acuita in estate, poiché ormai il canovaccio è chiaro: leggere non è una cosa piacevole, né rilassante per gli italiani di oggi.

Luglio e agosto sono i mesi della fine. Un crollo che lascia davvero tutti sorpresi, almeno coloro che reputano molto strano che gli altri italiani non trovino piacevole e interessante immergersi nella lettura di un buon libro. E dire che la letteratura ha tante espressioni diverse, tante voci che possono essere ascoltate e trasformate in pensieri. La magia della narrativa è però del tutto svanita, in questo mondo che va a mille all’ora e non lascia il tempo di sedersi per concentrarsi su un testo. Paradossalmente, però, il tempo per smanettare sul telefonino lo abbiamo sempre, anche perché le app dello smartphone (social compresi) sembrano essere perfette per riempire solo i tempi morti, quei brevi momenti che ogni giorno dedichiamo allo schermo nero del nostro device.

Libri in estate, un antico ricordo

E dunque dicevamo del ricordo di leggere i libri in estate sotto l’ombrellone. Ormai è quasi svanito, soprattutto se diamo un’occhiata ai numeri sono proprio le librerie indipendenti, riunite dal CAT (Centro Assistenza Tecnica) e Confesercenti Emilia Romagna grazie a uno studio effettuato da Nomisma in base ai dati Istat. Ben il 30% dei libri pubblicati non vende una copia, o al massimo ne vende una. Addirittura, tra tutti i libri usciti nel 2022, 35mila di esse non hanno raggiunto nemmeno 10 copie vendute. Il paradosso è che intanto aumenta il numero degli autori, mentre nel frattempo scende quello di chi legge. Insomma, la domanda è superata di gran lunga dall’offerta, in un paese che ha smarrito completamente la strada che porta alla letteratura.

Non ci stupisce quindi che le case editrici facciano sempre più fatica a pubblicare scrittori emergenti, i quali si sono poi dovuti mettere in proprio con altri mezzi che nel frattempo sono proliferati. Stiamo parlando del fenomeno dell’autopubblicazione. Lo stesso Amazon offre un servizio simile, permettendo agli autori di inserire sulla sua piattaforma il testo e pubblicarlo a proprio piacimento. Naturalmente, si tratta di libri che a loro volta non verranno venduti, se non a pochi amici e parenti. Un quadro avvilente che ci dà la misura di quanto questo paese abbia perso ogni poesia.

In sintesi…

  • gli italiani non leggono, ancora di più durante la bella stagione;
  • oltre il 30% dei libri pubblicati non vende nemmeno una copia in estate;
  • l’immagine dell’italiano che legge il suo libro sotto l’ombrellone è ormai solo un ricordo lontano del passato.