Si complica la faccenda per quanto riguarda i diritti d’autore dei brani di Lucio Battisti. E dire che proprio in questo periodo si celebrerà il 25esimo anniversario della morte del grande cantautore italiano. Il 9 settembre saranno infatti passati oltre due decenni dalla sua scomparsa e pensavamo che ormai la faccenda relativa a queste beghe legali fosse ormai archiviata.

Un patrimonio che mette tutti in disaccordo

Ex moglie e figlio da una parte, Sony e Mogol dall’altra. Queste le parti schierate in campo relative alla battaglia legale per i diritti d’autore di Lucio Battisti.

Sono anni ormai che questa guerra va avanti, precisamente dal 2013, quando Giulio Rapetti, in arte Mogol, chiese a Grazia Letizia Veronese, vedova del cantautore, un risarcimento di 8 milioni di euro. I due insieme al figlio del cantante, Luca, si dividono da tempo gli introiti relativi alle azioni dell’etichetta Edizioni Musical Acqua Azzurra, che detiene i diritti della musica composta e cantata da Battisti (sulle parole di Mogol). Secondo il paroliere Mogol, la colpa della vedova è quella di aver fatto ostruzionismo sullo sfruttamento musicale del repertorio dell’artista. Tale contenzioso è costato la liquidazione alla società.

Anche la casa discografica Sony però ha colto la palla al balzo per muoversi legalmente contro la vedova. La Sony ha infatti agito per vie legali nel 2017 per lo stesso motivo. In quella occasione, la moglie decise quindi di autorizzare la diffusione del musicista solo tramite vinili e CD. Decise invece di revocare il mandato alla SIAE per la diffusione dei brani online. Dopo due anni di d’ospite, nel 2019 però anche Lucio Battisti è finito su Spotify, piegando quelle che erano le volontà della Veronese. Molti lettori avranno fatto caso che i brani di Battisti non appaiono in spot e altri media. Questo proprio perché la volontà degli eredi si è sempre opposta a tale utilizzo.

A tal proposito, pare che Barilla e Fiat sperano da anni di poter un giorno mettere le mani su tali brani per i loro spot commerciali.

Lucio Battisti e la battaglia legale

Nonostante la sentenza sia già arrivata per la Sony, la battaglia legale continua. In quel caso la casa discografica aveva chiesto un risarcimento di 8 milioni e mezzo di euro, ma il giudice aveva dato ragione agli eredi mettendo il volere della famiglia davanti agli interessi della casa discografica. La Sony fu inoltre obbligata a pagare le spese processuali. Possiamo dir che in questo caso la sentenza fu condivisibile, mentre probabilmente molti storceranno il naso sull’ostracismo dell’amata moglie riguardo alla diffusione online della sua musica. E innegabile che un’arte senza fruitori non può considerarsi davvero arte, almeno non nel senso pop del termine. È anche vero che esistono altri modi per ascoltare musica, e forse quella offerta da piattaforme come Spotify e altre, non è proprio la migliore, visto che sostanzialmente sfruttano non poco gli autori di quei brani.

Ci sentiamo comunque d’accordo anche sulla decisione di non utilizzare tali canzoni per meri spot pubblicitari. Del resto, è stato chiaro sin da subito che la vedova e il figlio di Lucio Battisti non ne abbiano fatto una speculazione, ma volevano probabilmente rispettare quelle che erano le reali volontà dell’artista. Anche questo sarebbe da apprezzare, visto che viviamo in un mondo in cui i musicisti più ricchi vengono spesso sfruttati proprio dagli eredi. Il grande Lucio aveva rilasciato nel 1979, nel pieno del suo successo, un’intervista nella quale prendeva nettamente le distanze dalla società consumistica e dalla speculazione che spesso si fa anche nel mondo della musica:

“Devo distruggere l’immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste. Esiste la sua arte”.

In sintesi…

  • continua la battaglia legale tra la vedova e il figlio del cantante contro la Sony;
  • anche Mogol ha fatto causa agli eredi, chiedendo un risarcimento di 8 milioni;
  • solo nel 2019 le canzoni dell’artista sono arrivate sulle piattaforme online.