Gli operatori telefonici finiscono nuovamente nell’occhio del ciclone. Stavolta la multa per Fastweb, Telecom, Vodafone e Wind Tre si fa particolarmente salata, visto che l’Antitrust ha inflitto loro una sanzione di ben 200 milioni di euro. La rimodulazione del contratto è sembrata alquanto sospetta all’ente di indagine, il quale ha deciso di vederci chiaro e, una volta appurato l’illecito, è partita con l’ammenda. Vediamo nel dettagli odi cosa si tratta e in che modo il comportamento scorretto degli operatori succitati può influire sulle tasche degli utenti.

La telenovela non finisce qui

Si conclude con questa battuta il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, il quale, con una nota, afferma di essere soddisfatto a metà per le sanzioni che l’Antitrust ha stabilito per gli operatori telefonici coinvolti. Si parla di multa Fastweb e altri per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Una cifra davvero ragguardevole, ma qual è precisamente l’operato illecito delle compagnie coinvolte? In pratica, la sanzione è il risultato di una rimodulazione avvenuta dopo la sentenza del Consiglio di stato e conclude il procedimento relativo alla fatturazione a 28 giorni. Si sostiene che tali compagnie si siano segretamente messe d’accordo per complicare la vita alla concorrenza. Nella nota dell’Antitrust infatti si legge che le compagnie suddette:

“hanno posto in essere un’intesa restrittiva segreta, unica, complessa e continuata della concorrenza, impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e dei servizi di telefonia mobile”.

Ciò significa che tale accordo segreto risulterebbe limitato alle compagnie suddette, le quali proporrebbero quindi offerte commerciali atte soprattutto a sminuire il valore della concorrenza. Come si traduce tutto ciò sulle tasche dei consumatori? In realtà, non si tratta di offerte illecite perpetrate ai clienti, ma compromettere le dinamiche concorrenziali significa comunque costringere gli utenti ad avere una scelta condizionata.

In termini pratici, quando non c’è concorrenza si rischia di incappare in prezzi unici, quindi senza la possibilità concreta di risparmiare.

Multa Fastweb, una soddisfazione a metà

Come dicevamo, sono diversi i protagonisti di questa vicenda, anche perché un illecito di questo tipo necessita per forza di altri interpreti per essere perpetuato. Oltre a Fastweb, come detto, ci sono Telecom, Vodafone e Wind Tre. Che la telenovela non sia ancora conclusa, però, ne è convinto il già citato Dona, il quale avrebbe preferito una sanzione ancora più salata. Ecco le sue parole:

“Bene le sanzioni, anche se avremmo preferito una multa piena e maggiore. Viste, comunque, le pessime decisioni della giustizia amministrativa, non possiamo che accontentarci. Immaginiamo che la telenovela non sia finita qui. Purtroppo la politica dilatoria delle compagnie telefoniche, che si arrampicano sui muri a caccia di cavilli legali pur di poter fare i loro comodi, dimostra che servono maggiori poteri per le Authority e una giustizia amministrativa più efficiente, rapida e più attenta a difendere la parte debole dei rapporti contrattuali”.

Insomma, la frecciata questa volta sembra rivolta alla politica, la quale in questi giorni ha il suo bel daffare per risolvere questioni di pregnante importanza e urgenza, come ad esempio le novità della manovra che potrebbero prevedere il maxi aumento delle pensioni di gennaio 2024. Per la multa a Fastweb e company, però, Dona chiede maggiori poteri da parte dell’Authority, cosa che può avvenire solo se la nostra politica rivedrà le norme che la regolamentano.

I punti salienti…

  • Antitrust commina multa di 200 milioni di euro ad alcune compagnie telefoniche;
  • nel mirino Fastweb, Telecom, Vodafone e Wind Tre;
  • secondo l’Authority, queste compagnie avrebbero raggiunti accordi segreti per sfavorire la concorrenza.