Di solito, più si è ricchi e più si diventa avari. A quanto pare però questo vecchio detto popolare non vale per Netflix. Il colosso dello streaming si è infatti reso protagonista di un recente articolo pubblicato sul New York Times, nel quale si dice che ha investito ben 55 milioni di dollari in una serie che non è mai stata pubblicata. Anzi, non si è mai girato nemmeno un singolo episodio (cosa che solitamente si fa, il cosiddetto episodio pilota).

Lo strano caso della serie mai realizzata

È proprio uno strano caso quello raccontato dai media statunitensi, in un periodo in cui stringere la cinghia sta diventando un abitudine per gli italiani.

Con il carovita che avanza e la crisi economica che sta attanagliando l’Europa e non solo, scommettiamo che molti lettori alzeranno la voce dicendo: “cara Netflix, questi soldi potevi darli a noi!“. E invece no, anche questa volta il colosso dello streaming investe, ma poi ci ripensa e butta tutto alle ortiche. Ma cosa è successo questa volta? Certamente, come dicevamo, non è una rarità che un prodotto seriale prima viene annunciato, e poi viene cancellato. Di recente la HBO ha annunciato 8 nuovi spin-off tratti da Game of Thrones, ma siamo sicuri che difficilmente andranno tutti e otto in porto.

Insomma si tratta di prassi comune. Ma indubbiamente un investimento di tale portata risulta davvero sui generis. Per capirci qualcosa quindi dobbiamo addentrarci di più nella questione e scoprire innanzitutto di che serie si tratta. Il titolo era Conquest ed era stata affidata al regista Carl Erik Rinsch. Questi si era fatto notare nel 2010 per un cortometraggio particolarmente apprezzato. Doveva addirittura dirigere un nuovo sequel di Alien, ma poi alla fine gli affidarono 47 Ronin con Keanu Reeves che rivelò essere un clamoroso fiasco. La carriera di Rinsch sembrava ormai compromessa, ma un suo nuovo progetto fantascientifico trovò nuovamente l’interesse di Hollywood.

Ed è proprio grazie a questo progetto che si è verificato uno degli investimenti più disastrosi nella storia dello streaming e della televisione in generale.

Netflix, 55 milioni buttati per Conquest

In questa serie fantascientifica (tra l’altro di una certa attualità oggi, visto che si parla tanto di intelligenza artificiale), degli androidi vengono inviati in alcune parti del mondo per aiutare gli umani, ma questi oppongono resistenza perché non si fidano. Abbiamo sintetizzato al massimo la sinossi per non trascinarci oltre, ma a quanto pare le grandi major di streaming erano rimaste affascinate da questo canovaccio. Prime Video si era fatta avanti, ma nel 2018 era stata Netflix ad assicurarsi i diritti promettendo al regista il pieno controllo dell’opera e il diritto di rigare anche eventuali sequel e spin-off. Insomma, sembrava un affare d’oro per Rinsch. Che cosa è successo poi?

Il disastro è iniziato con le riprese, prima in Kenya, poi in Romania. Ore e ore per girare piccoli shooting, fino a veri e propri incidenti, con un’attrice che è andata in ipotermia. Per non parlare degli scatti d’ira dello stesso regista, che nel frattempo distruggeva il matrimonio con la moglie la quale chiedeva il divorzio per i suoi continui attacchi di ira e di paranoia. Insomma, Rinsch è stato il fautore del suo fiasco e alla fine Netflix si è trovata costretta a rivedere la sua posizione. Inizialmente titubante, la pandemia ha dato la spinta decisiva e il colosso dello streaming ha deciso di abbandonare per sempre il progetto.

Non contento, Rinsch, che nel frattempo è diventato un complottaste del Covid, ha fatto causa a Netflix per spinargli altri soldi, e il verdetto dovrebbe arrivare proprio tra qualche giorno. Come finirà questa vicenda giudiziaria non lo sappiamo, ma di certo difficilmente rivedremo il regista dietro la macchina da presa, soprattutto a dirigere il primo episodio della sua sfortunata serie.

I punti chiave…

  • Netflix aveva investito 55 milioni di dollari per produrre la serie Sci fi Conquest;
  • le riprese si sono rivelate da subito un tormento a causa delle stravaganze del regista;
  • ora Rinsch e Netflix sono in causa e a giorni ci sarà il verdetto.