L’Inps sta studiando una nuova proposta che potrebbe presto finire sul tavolo del governo: pensioni più basse per chi vive di più. La scelta dovrebbe basarsi sul tipo di impiego e il luogo di lavoro, come chiarisce Il Messaggero, il quotidiano che per primo ha rilanciato la notizia nelle ultime ore. La nuova misura andrebbe ad eliminare quella che è già stata ribattezzata come un’ingiustizia del sistema, ossia pagare le pensioni senza prendere in considerazione che le persone meno abbienti hanno una speranza di vita più breve.

La situazione attuale, dunque, avvantaggerebbe soltanto i più ricchi.

Pensioni più basse per chi vive di più: cosa dice la speranza di vita

Se si guarda al dato relativo alla speranza di vita degli italiani regione per regione, si fa presto a dare ragione all’Inps. Se in alcune regioni chi raggiunge l’età pensionabile dei 67 anni ha davanti a sé ancora dei decenni di vita, altri invece possono sperare in poche decine di mensilità al massimo. Tutto questo non viene tenuto in considerazione dagli assegni. Infatti il coefficiente di trasformazione (cioè il valore che prevede al calcolo della pensione con metodo contributivo) è uguale per tutti quanti. Nel 2023 il coefficiente di trasformazione è pari a 4,270 per chi va in pensione all’età di 57 anni (contro il 4,186 del biennio 2021-2022), mentre sale a 6,655 euro per chi va in pensione all’età di 71 anni (6,466 se si confronta il periodo che va dal 2021 al 2022).

Un altro elemento da prendere in considerazione è il tipo di professione. I pensionati iscritti al fondo dei lavoratori dipendenti, tra questi figurano anche impiegati e operai, hanno un’aspettativa media di ricevere la pensione pari a 17,6 anni. Sale invece fino a 19,7 anni l’aspettativa per gli ex dirigenti iscritti alla gestione Inpdai.

Pensioni più basse per chi vive di più, l’Inps ci sta pensando

Un ulteriore fattore che va a incidere sulla speranza di vita riguarda la classe di reddito.

Chi si trova nella fascia di reddito più bassa conta di ricevere in media la pensione per 16 anni. Mentre i pensionati che appartengono alla fascia di reddito più alta possono ambire a prendere l’assegno previdenziale per quasi 21 anni.

Infine conta anche la regione di residenza. Gli uomini che vivono nelle Marche e in Umbria per esempio ha una speranza di vita superiore ai 18 anni dopo la pensione a 67 anni. Le donne che invece risiedono in Trentino Alto Adige sono le più longeve di tutte, con una speranza di vita media dopo la pensione pari a 21,6 anni. Speranza di vita che scende in maniera drammatica in Campania e Sicilia, dove sia uomini che donne si arrestano a 17 e 17,1 anni. Di recente, invece, avevamo visto la regione con la pensione più bassa d’Italia. 

Riassumendo

– L’Inps sta studiando la possibilità di dare pensioni più basse a chi vive di più.
– È quanto emerge da alcune indiscrezioni giornalistiche rilanciate da Il Messaggero.
– Oggi le pensioni non tengono conto che le persone meno abbienti hanno una speranza di vita inferiore.
– Marche e Umbria sono le regioni in cui gli uomini hanno una speranza di vita media dopo il pensionamento più alta. Le donne più longeve sono invece in Trentino Alto Adige.
– Campania e Sicilia sono invece le regioni dove la speranza di vita media è più bassa.