Non c’è pace per i consumatori italiani, soprattutto dopo che la commissione formata da Adoc, Assoutenti e Federconsumatori ha indagato con attenzione sui prezzi degli alimenti. Ne viene fuori che i rincari dal 2019 a oggi sono arrivati alle stelle. Si parla di +81,1% per l’olio d’oliva, +35,6% per la pasta e più 25,7% per le uova, giusti per fare qualche esempio. La commissione chiede quindi un cambio di rotta immediato, i costi di molti prodotti devono scendere.

Una questione inaccettabile

In rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori del CNCU, è nata una nuova commissione che si è riunita nei giorni scorsi presso il Mimit per dibattere dei dati raccolti da BMTI, ISMEA e ISTAT in merito all’andamento dei prezzi alimentari.

Quello dei rincari per l’inflazione è un fenomeno che sta preoccupando gli italiani ormai da un po’ di tempo e la guerra tra Russia e Ucraina si è presa il grosso delle colpe per questo fenomeno. Secondo le indagini però la situazione è andata a assumere questo attuale trend ben prima della guerra, visto che i dati raccolti prendono in esame i prezzi precedenti al Covid. Secondo le analisi raccolte pare che l’incremento dei prezzi sia determinato solo in minima parte dall’aumento dei costi delle materie prime, mentre a incidere di più sono stati i rincari su energia e carburante.

Abbiamo già citato alcuni prodotti alimentari che hanno subito questi rincari negli ultimi 5 anni, ma la lista naturalmente è più lunga e comprende anche altri alimenti. Ad esempio, la passata di pomodoro è aumentata del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%. Ecco le parole di Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori:

“Un andamento che deve far riflettere: nonostante, infatti, non vi siano più le condizioni che hanno provocato li rialzo dei listini al dettaglio, i prezzi dei prodotti alimentari non sono tornati ai livelli precedenti. Tale tendenza, in assenza di una adeguata crescita dei redditi fissi, stipendi e pensioni, che sono invece rimasti inspiegabilmente fermi, non ha fatto altro che determinare un progressivo impoverimento delle famiglie, una contrazione del loro potere di acquisto, un aumento delle rinunce e dei sacrifici sul fronte dei consumi, arrivando ad intaccare settori fondamentali quali la salute, oltre che causare danni alla crescita economica complessiva e al mercato interno”.

Prezzi alimenti, basta rincari

Serve un cambio di rotta per far sì che i prezzi degli alimenti possano tornare a costi finalmente più umani.

C’è chi tale cambiamento lo esige, e giustamente. A tal proposito fa sentire con forza la sua voce Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti:

“I prezzi devono scendere senza se e senza, perché la mancata riduzione configura una intollerabile speculazione a danno delle famiglie, trattandosi di beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno. Per questo, nel ringraziare il Garante dei prezzi per il lavoro svolto sulla trasparenza della filiera, ribadiamo la necessità di istituire Osservatori territoriali anti-inflazione presso tutte le Prefetture, con il compito sia di monitorare in tempo reale l’andamento dei listini sia di segnalare con immediatezza anomalie e criticità”.

Ma come attivare questo cambio di rotta? Secondo Anna Rea, presidente Adoc, è necessario cambiare l’intero sistema per far sì’ che i rincari spariscano e i prezzi degli alimenti possano tornare a scendere: “bisogna adottare misure strutturali di riduzione dei prezzi dei beni energetici e dei carburanti, che condizionano i costi di produzione e di distribuzione delle merci, agendo sui sistemi di regolazione pubblici e sugli oneri fiscali e parafiscali che li appesantiscono, perché i loro aumenti incidono fortemente sui prezzi al dettaglio dei beni di largo consumo”.

I punti salienti…

  • dal 2019 a oggi si assiste a un inarrestabile rincaro dei prezzi degli alimenti;
  • Associazione consumatori chiede immediato cambio di rotta;
  • i motivi di questi rincari sono principalmente dovuti agli aumenti dei costi di carburante ed energia.