Dalla messa in soffitta di Quota 100 all’epilogo di Quota 102, fino a tutti gli strumenti satellite (inclusa Quota 103) utili per oltrepassare l’eterno ponte in costruzione della riforma delle pensioni. Tutto ancora sul tavolo, in attesa dei tempi tecnici utili perché Governo e sindacati raggiungano l’agognata intesa.

L’auspicato restyling del sistema pensionistico italiano passa ancora dalle discussioni di lavoro. Con la possibilità concreta che, anche per il nuovo anno, il quadro generale venga ancora sostenuto da un’impalcatura provvisoria.

Del resto, se per il 2023 i tempi erano poco maturi (oltre che poco fattibili) per consentire alla nuova maggioranza di trovare una quadra mai raggiunta nell’ultima legislatura, per il 2024 si attendeva probabilmente qualcosa in più. Poste le difficoltà tecniche dovute al momento storico di inflazione galoppante e le problematiche legate a una ridotta capacità di spesa essenziale degli italiani, che hanno costretto risparmiatori ed esecutivo a misure di emergenza sull’ammortizzazione delle uscite fisse, il tema pensioni rischia ancora una volta di finire nella lista dei lavori rimandati.

Per il momento, esattamente come accaduto lo scorso anno, il rischio (parziale) è di una nuova deroga della soluzione definitiva sul quadro pensioni. Col discorso sull’introduzione di Quota 41, di conseguenza, rimandato a data successiva all’anno in corso. E, con esso, le resistenze legate ai costi e ai contribuenti che maturerebbero i requisiti col sistema attuale una volta oltrepassato l’anno. Il problema reale, semmai, è che, anche per l’annualità successiva, il dibattito su Quota 41 possa restare un punto di partenza piuttosto che un attore di avvicinamento alla riforma finale.

Quota 103 anche nel 2024: ecco le possibili novità sul sistema ponte

Negli ultimi giorni, sia il Governo che i sindacati hanno lasciato filtrare qualche indiscrezione sulla possibilità di mantenere Quota 103 anche per il 2024. Garantendo, quindi, l’opportunità di un pensionamento anticipato sulla base di un’anagrafica pari a 62 anni, evitando quindi l’ennesimo spauracchio del ritorno alla Legge Fornero.

Secondo le sigle di settore, infatti, la priorità in questo momento è un’altra: garantire ai contribuenti gli strumenti adatti per superare la fase di rincaro sui prodotti base e sulle utenze. In pratica, fornire lo scudo economico contro gli effetti dell’inflazione. E se, da un lato, dai sindacati si parla di “contenere prezzi e tariffe” orientando, al contempo, “i comportamenti delle famiglie”, dall’altro l’idea di continuare con Quota 103 sembra non dispiacere ai lavoratori. Basti pensare che, in un quadrimestre, sono state già raggiunte e superate le liquidazioni dell’intero anno trascorso con Quota 102.

Per questo, al netto della necessità di un sistema strutturato che si sperava fosse più imminente, il tempo a disposizione potrebbe servire per mettere a punto nuove soluzioni per i lavoratori più giovani. E, più in generale, per i lavoratori precari, indicati tra le urgenze nell’ottica del prossimo vertice. Inoltre, i sindacati premono per il ritorno alle condizioni originali (e più elastiche) di Opzione Donna. Di fatto chiamando il Governo a una conferma anche per il 2024. Il prossimo 26 giugno è fissato l’incontro tra le parti dal quale, probabilmente, verrà fuori la strategia per l’immediato futuro. Con alte probabilità che Quota 103, nella sua sostanza, non sarà modificata. E manterrà sia i requisiti generali che le finestre mobili per i casi di ritardo sulla decorrenza del trattamento previdenziale. Ovvero: 3 mesi per i lavoratori del settore privato, 6 per il settore pubblico, dall’1 settembre per il personale scolastico.

Riassumendo…

  • anche per il 2024 Governo e sindacati restano orientati sulla proroga di Quota 103;
  • la misura non dovrebbe subire modifiche sostanziali;
  • il nuovo periodo di misura ponte potrebbe anticipare l’introduzione piena di Quota 41 nel 2025.