L’Unione Europea sta facendo la voce grossa anche sulla riforma dei medicinali e ora punta a un mercato unico per consentire ai consumatori di pagare di meno. Inoltre, come si è appurato negli ultimi tempi, non è sempre facile trovare qualsiasi farmaco sugli scaffali e l’obiettivo dell’UE è anche quello di ridurre tale eventualità. C’è però chi non è d’accordo con tale provvedimento.

Riforma medicinali, interviene l’UE

Dopo le direttive sul sussidio europeo, l’UE interviene anche sui farmaci.

Si potrebbe vedere di buon occhio la nuova riforma dei medicinali che intende attuare, ma per Pharma non è così. Tale provvedimento potrebbe infatti avere pesanti ripercussioni economiche su un’industria che vale 235 miliardi di euro l’anno solo di export. Anche l’Efpia, l’associazione di categoria delle industrie farmaceutiche, non è d’accordo e afferma: “L’UE mina lo sviluppo e la ricerca con soluzioni impraticabili e destinate a fallire”. Divisoria la questione anche per i Paesi, i quali sostanzialmente giudicano tale operato in base al peso specifico del comparto al loro interno. Insomma, sembrava una decisione che potesse mettere tutti d’accordo, e invece non è affatto così.

Al momento sorridono quindi solo i consumatori, poiché a sentir parlare di prezzi dei farmaci più bassi non si può che essere contenti. Il lavoro sui generici però passa anche attraverso i brevetti. L’UE aprirà a una durata più breve, serviranno non più 10 anni, ma 8. A questo si aggiunge però la possibilità di tornare ad allungare la tutela intellettuale nel caso in cui il produttore assicuri un accesso uniforme al medicinale in tutta l’Unione. L’indicazione in questione però è estremamente elastica, visto che ci sarà anche la possibilità di allungare tali brevetti fino a 13 anni qualora l’azienda desse risposte a bisogni medici insoddisfatti. E in questa casistica possono rientrare ad esempio i farmaci per le malattie rare e gli antibiotici.

Un quadro estremamente divisorio

Non è d’accordo con le nuove indicazioni UE sulla riforma dei medicinali nemmeno Farmindustria:

“L’indebolimento della proprietà intellettuale ha rischi certi per investimenti e innovazione, assolutamente non compensati dal nuovo sistema di incentivi, assai complicato da attivare e dai risultati incerti per le aziende”.

Le associazioni dei consumatori invece sposano la nuova direttiva:

“La misura rende più facile e veloce per i pazienti avere accesso a farmaci generici più economici”. 

Insomma, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Impossibile mettere tutti d’accordo, ma ci prova Stella Kyriakides, commissaria Ue alla Salute, la quale invita tutti a guardare la riforma nel suo insieme. La parola ora passa all’Europarlamento e ai governi, ma a giudicare da queste premesse e questi pareri contrastanti, difficilmente si arriverà a un’approvazione in tempi brevi.