Altro che settimana corta e lavoro da remoto, lo smart working può essere pericoloso per la nostra salute. A rivelarlo è un nuovo studio che indaga i rischi di una vita troppo sedentaria. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le patologie che può provocare.

L’inquietante studio scientifico

Proprio di recente abbiamo appurato che il Governo vede nello smart working la grande possibilità per ridurre le emissioni e tenere sotto controllo l’inquinamento, decidendo quindi di proporre questo piano all’UE.

Ora però spunta una inquietante controindicazione al lavoro da remoto, i quale provocherebbe non pochi danni alla salute. L’analisi è stata pubblicata dalla testata statunitense ‘The Hill’. Il quadro che ne scaturisce è allarmante, tra i danni illustrati dal giornale ci sono disturbi del sonno, trombosi, accumulo di stress e problemi di natura mentale. L’analisi pubblicata si basa sui dati del Pew Research Center. Tale archivio ci dice che a marzo del 2023 ancora circa 22 milioni di americani lavoravano completamente da remoto.

Ma quale sarebbe la correlazione tra lo smart working e i rischi per la salute? In estrema sintesi, il motivo è uno solo, l’eccessiva sedentarietà. In realtà, il problema è già noto da tempo, ma con lo sdoganamento dello smart working tale fenomeno si è decisamente acuito. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 2008, circa il 31% delle persone nel mondo di età pari o superiore a 15 anni non erano sufficientemente attive. I decessi correlati a questo fenomeno sono allarmanti, il numero è infatti di ben 3,2 milioni di morti connessi alla sedentarietà. Un’altra analisi ci dice che solitamente un lavoratore da remoto percorre solo 16 passi dal proprio letto alla postazione lavorativa. Un altro dato ci dice che tra il 2007 e il 2016 il tempo medio trascorso stando seduti è aumentato da 5,5 a 6,4 ore al giorno negli USA.

Smart working, uno svantaggio per la salute?

Tra i maggiori rischi evidenziati nello studio del giornale c’è il coagulo del sangue, poiché stare seduti troppo tempo può aumentare il rischio di trombosi venose. Tali coaguli possono viaggiare fino ai polmoni causando embolie polmonari. Per non parlare poi dei rischi associati all’aumento di peso. L’insufficiente attività fisica porta infatti anche a questo problema. Quindi ad esse sono associate altre patologie come diabete e malattie cardiovascolari. Come se non bastasse, passare troppo tempo davanti allo schermo può causare problemi alla vista e forti mal di testa. Insomma, parliamo di un quadro davvero poco rassicurante, anche se al di là di tutto si evince che il problema non sarebbe lo smart working in sé, ma come lo si attua.

Ad esempio, operare in smart working ci consente di avere molto più tempo libero, poiché sarà abbattuto il tempo che dovremmo invece percorrere per il viaggio alla sede di lavoro. Perché non sfruttare quindi questa oretta guadagnata per fare un po’ di attività fisica? In questo modo compenseremo la sedentarietà provocata dal lavoro da remoto, anzi con un poi di ginnastica otterremo anche più di quanto la passeggiata per andare al lavoro ci dà. Per quanto riguarda invece i rischi dello schermo, qui il problema è meno aggirabile. Senza dubbio però è bene fare una piccola pausa ogni tre quarti d’ora, allontanandoci quindi dallo schermo per prendere magari una boccata d’aria fuori al balcone per 5 minuti.

Riassumendo…

  • Lo smart working provoca danni alla salute, come aumento di peso e problemi alla vista;
  • uno studio afferma che al lavoro da remoto è associato anche io rischio di trombosi e problemi di insonnia;
  • la soluzione è quella di sfruttare il tempo libero per dedicarsi all’attività fisica.