Potrebbe esserci una buona notizia per i lavoratori: la tredicesima 2023 potrebbe essere più alta. Ciò farebbe estremamente piacere a tutti, visti i prezzi alle stelle degli ultimi tempi.

La tredicesima, come tutti sapranno, si percepisce a cavallo delle festività natalizie per cui è utilizzata spesso per far fronte a spese extra senza dover toccare lo stipendio mensile. Avere qualche euro in più, quindi, farà felici molti lavoratori.

Altri, invece, saranno contenti perché avranno maggiori risorse per iniziare un piano di risparmio, per contribuire a realizzare un fondo di emergenza o per investire per il futuro.

Per altri ancora, ottenere una tredicesima 2023 più alta, significherà una riduzione del carico finanziario nel caso si abbiano debiti da pagare.

Al momento, comunque, non è certo che ciò accadrà: ecco quello che sappiamo fino ad ora.

Una notizia che potrebbe diventare buona

Nelle ultime ore non si fa altro che parlare di tredicesime 2023. Il Governo, infatti, starebbe pensando di anticipare la detassazione di queste ultime, altrimenti esse arriverebbero solo il prossimo anno.

È stato proprio Maurizio Leo (viceministro) a comunicare che l’Esecutivo vorrebbe accelerare i tempi della riforma nonché applicare (se possibile) gli sconti sulla tredicesima già a partire da quest’anno. Più nel dettaglio, si vorrebbe detassare quest’ultima dai redditi medio-bassi per contrastare in parte l’effetto dell’inflazione. L’obiettivo del Governo targato Meloni sarebbe inoltre quello di detassare anche gli straordinari e i premi di produzione.

Tale misura si trova nella delega fiscale che è stata pubblicata il 14 agosto scorso in Gazzetta Ufficiale. Adesso restano 24 mesi per mettere a punto le norme con le quali si attuerà in maniera concreta il nuovo sistema tributario. Come detto, però, l’Esecutivo, sarebbe pronto a bruciare già da adesso le tappe.

Sorpresa tredicesima 2023: perché a dicembre potrebbe essere più alta

Se in Manovra venisse inserito il taglio delle tasse sulle tredicesime, la misura partirebbe nel 2024 e non da quest’anno.

Per questo si sta studiando un piano per cercare di anticipare il provvedimento ma c’è un grande problema ovvero le coperture. Queste ultime sono necessarie per anticipare la misura e una soluzione potrebbe essere il denaro messo da parte e mai speso per altre operazioni come l’Assegno Unico.

Grazie ad esso si potrebbe anticipare il taglio delle tredicesime già da adesso e se ciò accadesse fin da quest’anno, per i lavoratori sarebbe una manna dal cielo. Inoltre potrebbe rivelarsi una mossa ottima per spingere i consumi e un argomento da sfruttare durante la campagna elettorale in vista delle ultime europee.

I margini per trovare le risorse sono però molto risicati perché si sono altri obiettivi in pentola. La riduzione da 4 a 3 aliquote, ad esempio, potrebbe costare tra i 3-4 miliardi ai quali ovviamente si dovrebbero aggiungere i fondi per finanziare l’ipotizzata riduzione delle tasse sulle tredicesime. E poi c’è l’adeguamento delle pensioni all’inflazione la cui stima è di 14 miliardi. In più il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon ha spiegato che il Governo vorrebbe anche confermare Quota 103 per l’intero 2024. Vorrebbe inoltre estendere le categorie dell’Ape Sociale. Insomma gli obiettivi sono tanti ma le risorse poche.

Riassumendo…

1. Tredicesime 2023: il governo lavora all’ipotesi di detassarle già questo Natale
2. C’è però il nodo delle risorse economiche
3. Oltre alle tredicesime, infatti, gli obiettivi del Governo sono la riduzione delle aliquote, l’adeguamento delle pensioni all’inflazione e la conferma di Quota 103.

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